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Dissesto idrogeologico: mercoledì il nuovo rapporto ISPRA

Dissesto idrogeologico mercoledì il nuovo rapporto ISPRA

 

(Rinnovabili.it) – Qual è lo stato del nostro Paese in tema di dissesto idrogeologico? Quali rischi vanno tenuti in considerazione per costruire politiche di mitigazione adattamento capaci di preservare il territorio e la vita dei cittadini? Queste e altre domande saranno alla base del prossimo rapporto dell’Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale (ISPRA) sul dissesto idrogeologico in Italia, la cui presentazione è in calendario per il 2 marzo prossimo a Roma. Verranno resi pubblici i dati elaborati nel 2015, spiega l’ISPRA in un comunicato, fornendo «una conoscenza completa ed aggiornata sulla pericolosità da frana, idraulica e di erosione costiera dell’intero territorio nazionale». Il dossier, redatto nell’ambito della struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura e con lo scopo di illustrare le attività dell’Istituto svolte in quel contesto, «rappresenta uno strumento fondamentale per la programmazione degli interventi strutturali e non strutturali di mitigazione del rischio e delle politiche di coesione nel Paese».

 

Dissesto idrogeologico mercoledì il nuovo rapporto ISPRA 2La presentazione del rapporto si terrà in una sala della Presidenza del Consuglio, con la possibilità di seguire i lavori in streaming al link https://www.governo.it/diretta-video. Per interagire tramite Twitter l’account è @italia_sicura e l’hashtag #italiasicura.

Il programma completo è disponibile a questo link. Parteciperanno al convegno il sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani, il presidente della commissione Ambiente del Senato, Giuseppe Francesco Maria Mariniello, e il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci. La chiusura sarà affidata al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti.

Nel novembre 2015 il governo ha annunciato l’erogazione, nel 2016, di 800 milioni di euro per far fronte al problema del dissesto idrogeologico, particolarmente grave nel nostro Paese. Tuttavia, secondo le opposizioni, si tratta di denaro già stanziato nel 2015, che dimentica le regioni del Sud Italia più colpite. «Dei nove miliardi in sette anni per mille cantieri all’anno, annunciati da Renzi, non c’è traccia», hanno dichiarato i 5 stelle.

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