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Da Perugia parte la sfida del futuro

Si è chiusa con un buon successo di pubblico e di interventi di peso la manifestazione "Perugia Green Days"

Quattro giorni nella piccola Umbria, immagine di verde e qualità della vita ma spesso congestionata nelle aree urbane da polveri sottili e rifiuti, per fare il punto sull’ambiente a 360 gradi. Con un focus  sulla sfida del futuro, l’efficienza energetica e la riconversione alle bioenergie. Si è chiusa con un buon successo di pubblico e di interventi di peso la manifestazione “Perugia Green Days“: non solo convegni e dibattiti e non solo stand fieristici delle aziende sostenibili locali, ma anche un momento di confronto, a caldo e senza eufemismi, sullo stato di salute del territorio e su quanto, effettivamente, si fa e si ha intenzione di fare sul fronte della lotta all’inquinamento e alle emissioni di CO2.

L’Umbria, dati recenti forniti dall’Assessorato regionale all’ambiente, risulta terza nella classifica italiana per utilizzo delle fonti rinnovabili di energia. Le biomasse prodotte dal Centro di Ricerca Nazionale che fa capo all”Università perugina sono distribuite su tutto il nazionale, e la vera frontiera oggi sono i biocarburanti (biometano, biodiesel, bioetanolo, bio-jet-fuel) oltre alla produzione di energia termica ed elettrica con sistemi di cogenerazione e trigenerazione. Un piccolo-grande primato che la regione vanta, quello delle biomassse. Anche se sul lato delle altre forme di bioenergie, si comincia a fare sul serio: proprio ai “Perugia Green Days l’amministrazione comunale ha presentato l’avvio del progetto mobilità elettrica. Perugia, una delle 8 città pilota in Italia scelte come campione per la mobilità elettrica su bando finanziato dall’AEEG, potrà disporre di 28 colonnine di ricarica elettrica per veicoli (già 4 sono installate e operative nelle zone chiave della città). Non bastano però solo le colonnine, la filiera della mobilità elettrica si compone di fornitori e fruitori: ecco allora, oltre al protocollo firmato in tempo reale con Enel Spa nei “Green Days” per l’installazione delle colonnine di ricarica, la partnership delle funzioni sociali ed economiche della città, che in base a un patto firmato con la Giunta del capoluogo, s’impegnano a dotarsi progressivamente di veicoli elettrici. In più, i cittadini: corsi di guida e di sicurezza stradale promossi da ACI (Automobile Club d’Italia) nei Perugia Green Days hanno cercato di avvicinare la popolazione ai veicoli “del futuro”. Mobilità elettrica e sostenibile, un parco mezzi pubblici alimentati a metano, sperimentazioni sul bike-sharing e oggi sul car pooling sono alcuni dei tentativi messi in campo nel capoluogo umbro. D’altronde, non è da oggi che la città ragiona su certi temi: da anni con il progetto Postalzev si vedono girare per la città veicoli postali a emissione zero alimentati con ciclo integrato di biocarburanti (il progetto mette in rete tutta una serie di partner, come Poste Italiane, Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Ciriaf, Comune di Perugia, Centro di Ricerca sulle Biomasse, aziende private, ed è cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente). Insomma, i tentativi concreti ci sono. Ora spetterà alla promozione della nuova mobilità sostenibile, e quindi al cittadino, l’ardua sentenza se tutto ciò sarà praticabile in massa.

Se Perugia si attrezza, per far fronte a un tasso di automobilizzazione e di inquinamento da PM10 elevato, gli altri Comuni dell’Umbria restano un passo indietro. Ad esempio, solo 12 amministrazioni aderiscono al Patto dei Sindaci, il movimento europero per l’efficienza energetica e la lotta alle emissioni di CO2. Se si pensa che l’Italia, con 1.957 Comuni fra piccoli e medi, copre quasi la metà di tutti i Comuni UE aderenti al Patto (in tutto sono 3.900), il dato negativo dell’Umbria fa riflettere. Problemi di risorse, sicuramente, ma anche il patto di stabilità, che in questo momento – è il coro unanime sollevato ai Perugia Green Days nel Meeting Nazionale del Patto dei Sindaci – impedisce di investire in progetti seri di riconversione. Lo ha confermato anche Antonio Lumicisi (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) intervenuto al Meeting. In compenso, nel Bel Paese già 436 Comuni hanno presentato il proprio SEAP (piano d’azione e di energia sostenibile), requisito per poter aderire al Patto. E Perugia, con tutti gli step sulla mobilità sostenibile, ne starebbe già approntando uno. I tempi non sono brevissimi, ma la strada è tracciata.

Non solo rinnovabili ma anche gestione dei rifiuti e del ciclo idrico sono stati fra i focus di dibattito ai Perugia Green Days, con le buone prassi di altre città a testimonianza (Annamaria De Togni, assessore al’ambiente del Comune di Mantova, con l’obiettivo “rifiuti zero” nel mantovano, e Fabrizio Vigni, presidente di Siena Ambiente SpA, con la gestione integrata del ciclo dei rifiuti). Anche qui, il capoluogo umbro sta recuperando da una posizione di retromarcia sul fronte della raccolta differenziata, e ha attestato nel 7% l’aumento di rifiuti urbani differenziati rispetto al 2011, con una percentuale assoluta del 38,02% sul totale del prodotto. L’obiettivo posto per il 2012 era del 65 per cento e ancora appare lontano, ma viste le percentuali di aumento, e le campagne costanti di divulgazione di Regione, Comuni e aziende partecipate, il migioramento netto fa già ben sperare, almeno per il 2013. Acqua, nota dolente in una regione siccitosa, dove peraltro – è il dato forse poco noto – si producono da sorgente ben 17 acque minerali. La distrettualizzazione delle reti dell’acquedotto, il telecontrollo da remoto per monitorare pressioni e perdite, è già in atto da parte del gestore.

E i privati? Una diffusione concreta delle bioenergie, è emerso ai Green Days di Perugia, sarebbe inibita da una mancanza di semplificazione normativa (lo ha ribadito Sebastiano Serra, capo ufficio tecnico del Ministero dell’Ambiente, al convegno di apertura) e da un difficile accesso al credito. Anche qui, la crisi economica complica le cose. In più, il nodo dell’inefficienza energetica: nonostante le soluzioni esistano e siano già praticabili, su edifici privati e aziende si può fare qualcosa, mentre il “vero colabrodo” ha rimarcato ancora Serra “sta nei patrimoni immobiliari della pubblica amministrazione”. Il problema dei privati: il 40 per cento dell’energia urbana consumata è in capo a loro, e di questo, l’80 per cento (dati forniti da Samuele Furfari, consigliere del Direttore Generale dell’Energia in Commissione UE) è imputabile alla climatizzazione. Eliminare le dispersioni di calore, efficientare gli edifici, sembra quindi la strada immediata e obbligata ora.

“Perugia Green Days” anche come divulgazione verso i privati, coinvolgimento, creazione di eventi ad hoc per uno stile di vita più sostenibile: dalle pedalate cittadine agli altri eventi sportivo-salutistici, dal teatro alle mostre alle performance. Quattro giorni per riflettere, discutere, ma anche capire che sostenibile è possibile.