Aumentare la consapevolezza del pubblico di fronte alle scelte di consumo è l’obiettivo della nuova sezione che apre i battenti il 27 settembre al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano
Tutti i prodotti hanno un ciclo di vita. Dall’estrazione ed elaborazione delle materie prime allo smaltimento, passando per la fabbricazione e l’uso del prodotto.
Prodotti come un giornale hanno un ciclo di vita breve, della durata di giorni o settimane. Al contrario, un prodotto come una macchina può avere un ciclo di vita che dura molti anni. Aumentare la consapevolezza del pubblico di fronte alle scelte di consumo è l’obiettivo della rinnovata sezione “Da cosa nasce cosa. Il ciclo di vita dei prodotti”, che apre i battenti il 27 settembre al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, in occasione dell’Open Night e della Notte dei Ricercatori.
Un’esposizione che punta a far comprendere come l’insensato utilizzo delle risorse naturali disponibili sul nostro pianeta ed il conseguente aumento di rifiuti comportano un lento ma inesorabile impoverimento e degrado del pianeta stesso. E come lo sviluppo industriale, così come concepito, sia inaccettabile perché esaurisce le risorse delle materie prime e dell’energia e riempie il pianeta di rifiuti.
“Conoscere l’impatto ambientale, economico e sociale di un prodotto, servizio ed evento durante tutte le fasi della sua vita, dice Francesca Olivini – Curatore del dipartimento Materiali del Museo – serve ad aumentare la consapevolezza del pubblico nelle proprie scelte di consumo. La Normativa europea parla chiaro – continua la Olivini – prima di tutto bisogna cercare di riutilizzare gli oggetti, ma se proprio non si può cerchiamo di recuperare la materia, se anche questo non è possibile allora recuperiamone l’energia, solo dopo l’ultima scelta possibile diventa la discarica”.
Secondo la Olivini in un’ottica di sistema “un oggetto per essere ben smaltito deve essere anche ben progettato, cioè tutti i materiali e le finiture devono essere disassemblabili per essere facilmente separati nella fase di smaltimento differenziato o di riciclo”.
Il viaggio continua attraverso giochi multimediali e postazioni interattive dove i visitatori sono invitati a comprendere la natura degli oggetti e a valutare il reale peso di un carico trasportato. “Sorpenderà tutti – continua la curatrice della sezione – scoprire che una banana pesa 41 kiwi, perché quest’ultimi sono prodotti in Italia mentre le banane viaggiano e refrigerare, nonché trasportare, impatta molto di più”.
Con lo stesso spirito di sorprendere ed educare alla consapevolezza è la comprensione degli oggetti passivi e attivi, “cioè –continua la Olivini – ci sono oggetti che consumano molta energia in fase di dismissione come il frigorifero, se poi questo ha più di dieci anni consuma una grande quantità di energia e in questo caso la scelta meno impattante non è tenerlo ma cambiarlo con uno di classe a basso consumo; al contrario un tavolo di legno è un oggetto passivo perché non consuma, è riutilizzabile, e in fase di smaltimento è trasformabile in energia”.
L’ultima sezione è la fase di dismissione che pone l’accento sulla comprensione della strada dei rifiuti, spiegando anche le difformità di questa operazione da un Comune all’altro, ma fornendo anche risposte concrete a quello che succede ai rifiuti, agli errori più comuni che si possono commettere e alle conseguenze delle nostre scelte sbagliate.
“Da cosa nasce cosa. Il ciclo di vita dei prodotti” è un’esposizione pensata per tutti, per aiutare gli adulti nell’operatività per educare i bambini a diventare degli adulti consapevoli. Si ribadisce così il ruolo fondamentale dei Musei Scientifici che hanno come obiettivo la formazione scientifica “pubblica” per garantire la partecipazione democratica “informata” e critica alle scelte politiche ed economiche, in’ottica di pace, sviluppo sociale, culturale e ambientale.