Allo stesso tavolo del ministro, il capo della delegazione cinese alla conferenza, Xie Zhenhua, il segretario dell’Unfccc, Christiana Figures, e il capo del Fondo globale per l’ambiente della Banca Mondiale, Naoko Ishii
(Rinnovabili.it) – Per rinnovare il Protocollo di Kyoto è necessario che tutti prendano oneri precisi sul clima, anche chi non firmerà il trattato. La posizione del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini sulla possibilità di un Kyoto-bis non lascia spazio ad interpretazioni: l’impegno dell’Italia affinché il Protocollo valga anche oltre la sua scadenza c’è, ma ha sottolineato Clini, all’impegno dei Paesi sottoscrittori devono corrispondere anche politiche nazionali chiare e puntuali misure di mitigazione e adattamento da parte di chi non aderirà, gli Usa in primo luogo, ma anche Giappone, Canada, Russia.
Per il ministro, che ha preso parte oggi al forum di alto livello promosso dalla delegazione cinese nell’ambito della COP 18, gli sforzi fatti finora da grandi stati come Cina e Brasile verso la definizione di approcci nazionali sono da apprezzare; ma in una dimensione più ampia ha sottolineato Clini, “le singole politiche nazionali, anche le più avanzate, sono essenziali ma non bastano se non vengono inserite in un contesto internazionale che le inquadri in un’azione globale per contrastare quei cambiamenti climatici”.
Nel suo intervento ha, inoltre, illustrato l’impegno verde dell’Italia che ha fatto sì che nel 2011 fosse il primo Paese al mondo per nuova capacità fotovoltaica e che mira oggi a sostenere il comparto delle eco-energie con 6,7 miliardi di euro annui per il solare e 5,8 miliardi annui sulle altre rinnovabili. Il Ministro ha infine annunciato la presentazione del piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici che prevederà stanziamenti di 2,5 miliardi di euro annui per 15 anni.