Domenica 10 marzo 10.000 persone hanno partecipato al Flash Mob organizzato sui social network per esprimere la propria indignazione dopo l’incendio doloso di Città della Scienza
Un unico filo conduttore: la voglia di riscatto, il desiderio di gridare al mondo che Napoli non si arrende. Protagonisti assoluti della manifestazione sono stati i bambini delle scuole elementari, gli stessi che fino a qualche giorno prima affollavano la grande area espositiva, partecipando ad attività ricreative e di educazione scientifica. A guardarli ora, increduli davanti all’entrata dell’edificio ridotto in cenere, con il volto “dipinto” di nero carbone e in mano cartelloni di protesta “Rivogliamo il nostro Museo”, fa un certo effetto.
Alle 12 è iniziato il vero e proprio Flash Mob: i partecipanti hanno gridato “Basta!” per un minuto intero contro tutti coloro che stanno depredando Napoli e le sue tradizioni culturali e sociali. Migliaia di palloncini bianchi sono stati lanciati in cielo in segno di speranza, intonando poi tutti insieme le note della canzone simbolo “A città ‘e Pullecenella”. Quella parte sana e propositiva di Napoli ha dimostrato domenica che “non ci sta” a soccombere. Una cosa è certa: hanno preso coscienza di non essere soli. Ora l’obiettivo è uno solo: restituire alla Città quella piccola gemma dedicata al sapere.