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Come suona il climate change

Un giovane studente americano ha trasformato i dati climatici provenienti da quattro regioni di diversa latitudine nel globo in una composizione musicale per un quartetto ad archi

Come suona il climate change

 

(Rinnovabili.it) – Riuscire a comunicare i temi legati al climate change e l’urgenza di un’azione ampia e condivisa non è sempre facile. Quando si parla di riscaldamento globale o di stravolgimenti climatici lo si fa ancora attraverso dati scientifici, grafici e mappe statistiche che non sempre riescono a catturare l’attenzione del pubblico. Ecco perché Daniel Crawford, uno studente universitario dell’Università del Minnesota, ha deciso di realizzare un modo completamente differente per comunicare con le persone sul tema: la musica.

 

State già pensando ai grandi concerti organizzati per la Terra o magari a qualche canzone dai contenuti ambientalisti? Niente di più lontano dalla realtà, perché il giovane studente ha letteralmente trasformato il cambiamento climatico in note musicali. Collaborando con il professore di Geografia Scott St. George, Daniel è riuscito a trasformare i dati provenienti da quattro regioni di diversa latitudine nel globo in una composizione musicale per un quartetto ad archi. Le informazioni scientifiche sono state fornite direttamente dal Goddard Institute per gli studi spaziali della NASA e convertite in note coprendo tre ottave. La temperatura più fredda corrisponde alla nota più bassa e ogni aumento di 0,5 gradi la nota si alza. Ogni strumento rappresenta una fascia differente del globo. Come spiega Crawford nel video, “Il violoncello corrisponde alla temperatura della zona equatoriale. La viola tiene traccia delle medie latitudini. I due violini seguono separatamente le temperature delle alte latitudini e dell’Artico”.

 

 

E’ nata così la composizione Planetary Bands, Warming World, originale sinfonia per archi eseguita da altri quattro studenti dell’Università del Minnesota. Non si tratta della prima opera climatica composta dal giovane. Già nel 2013 lo studente aveva prodotto “A Song of Our Warming Planet”, traducendo in musica 132 anni di cambiamenti della temperatura media terrestre (dal 1880 al 1992).

La prima composizione ha raccontato una storia semplice, mentre il pezzo più recente offre un quadro più sfumato e complicato. Eppure entrambi suonano una canzone simile: le temperature sono in aumento. E speriamo che chi ascolta recepisca il messaggio.