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L’università Ca’ Foscari Venezia adotta un Piano di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici

Dopo la dichiarazione di emergenza climatica ed ecologica l’ateneo ha disposto il proprio piano di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici con il parere favorevole del Senato Accademico.

università Ca’ Foscari Venezia
Di Didier Descouens – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26564109

Cresce l’attenzione degli atenei ai cambiamenti climatici, l’ultima novità in ordine di tempo è il nuovo Piano di Mitigazione e Adattamento adottato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. 

Il provvedimento segue l’esempio di altre esperienze virtuose in questa direzione, come quella delle università di Boston e Cambridge, mentre in Italia si tratta del primo provvedimento del genere da parte di un ateneo. 

L’Università ha disposto il testo, che ha già ricevuto il parere favorevole del Senato Accademico, dopo aver approvato una dichiarazione di emergenza ambientale e climatica. 

 “Ci siamo dotati di un Piano di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici – ha dichiarato la Rettrice dell’Università Ca’ Foscari, Tiziana Lippiello – per intervenire concretamente per ridurre le emissioni di carbonio e contribuire, nella nostra comunità di circa 25 mila persone, a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in corso; si tratta di un’emergenza rispetto alla quale siamo tutti chiamati a fare la nostra parte. Su questi temi a Ca’ Foscari siamo impegnati da oltre dieci anni fin dalla Carta degli impegni di sostenibilità del 2010; mi fa piacere inoltre constatare l’attenzione su questi temi dei nostri studenti e studentesse promotori della Dichiarazione di emergenza climatica ed ecologica che il Senato accademico ha molto apprezzato. La sostenibilità continuerà pertanto a essere al centro delle azioni di indirizzo e sviluppo del nostro Ateneo”.

Il piano di adattamento e mitigazione approvato dalla Ca’ Foscari

Il documento è stato redatto da un comitato scientifico composto dai docenti Francesco Bosello, Wilmer Pasut ed Elena Semenzin, con il supporto dell’Ufficio Sostenibilità con Martina Gonano.

Il piano durerà tre anni e tra le misure previste ci sono una serie di azioni e un programma che ridurrà progressivamente l’impronta ambientale dell’Università per condurla ad essere, entro il 2050, a emissioni zero. 

Le azioni sono raggruppate in aree di intervento: “edifici e attrezzature”, “altri spazi”, “mobilità”, “materiali”, “awareness”.

Tra le misure proposte, per quanto riguarda gli “edifici” l’università provvederà a stabilire un sistema di monitoraggio e raccolta dai per verificare il consumo e la gestione energetica. Lo scopo è riuscire a valutare strategie diverse per introdurre gradualmente l’utilizzo di energie provenienti da fonti rinnovabili. Particolare attenzione verrà prestata ad esempio al controllo delle temperature, a seconda alla presenza o meno degli utenti nei locali. 

Novità anche nell’ambito dei “materiali”, per i quali l’ateneo abbasserà la propria produzione di rifiuti e incentiverà un efficientamento della raccolta differenziata. In questo caso si tratta di interventi migliorativi di strumenti già esistenti, ma si prevede anche l’introduzione di misure, non attualmente in vigore, per il monitoraggio puntuale dei consumi delle acque, sia potabili sia non, per calcolare l’impronta idrica dell’ateneo in valutare possibili soluzioni di utilizzo di acqua piovana. 

Anche nell’ambito “mobilità” sono previste delle azioni, tra cui accordi con il comune e le aziende del trasporto pubblico per strumenti di incentivo come tariffe agevolate. 

Per quanto riguarda invece l’ambito della divulgazione e della consapevolezza sul tema, saranno organizzati momenti pubblici di approfondimento e campagne di comunicazione. 

“Il Comitato scientifico – ha spiegato Elena Semenzin, delegata della Rettrice per la Sostenibilità – ha lavorato adattando al contesto dell’Ateneo le linee guida proposte dall’Agenzia Ambientale Europea nella sua piattaforma Climate-ADAPT a supporto dello sviluppo e implementazione delle politiche per l’adattamento. Inoltre, ha seguito le linee guida proposte dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), della quale Ca’ Foscari è membro promotore dal 2016, e il Sistema di Assicurazione della Qualità di Ateneo nei suoi principi ispiratori di: semplicità ed efficacia, leadership, coinvolgimento del personale e di tutti i portatori di interesse, tempestività, informatizzazione, diffusione e trasparenza. Ci siamo ispirati a dei benchmark internazionali e puntiamo a completare il lavoro in ottica collaborativa di confronto con i principali attori del territorio tra cui il Comune di Venezia”.

Non solo mitigazione e adattamento, la Ca’ Foscari ha dichiarato l’”emergenza” per i cambiamenti climatici

Prima dell’approvazione del Piano, l’Ateneo aveva già espresso la propria sensibilità ambientale con la “Dichiarazione di emergenza climatica ed ecologica” (DECE) recentemente approvata dal Senato Accademico. Il documento è nato dalle pressioni degli studenti e delle studentesse e la sua stesura ha coinvolto tutta la popolazione universitaria: dalla componente studentesca ai dottorandi e le dottorande, insieme al corpo docente e al personale tecnico-amministrativo. 

Dichiarazioni di questo genere sono già state approvate in molti atenei sia all’estero sia in Italia (qui soltanto le Università di Catania e Genova) ma la specifica dell’ateneo veneziano è differente perché contiene non soltanto una esplicita assunzione di responsabilità e di coscienza sui cambiamenti climatici, ma richiede che l’Ateneo stesso si impegni a mettere in campo strumenti per contrastarli sia al proprio interno che fuori dall’università.