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A Bergamo il terzo simposio sull’urban mining

Si parlerà di economia circolare e urban mining al SUM 16, l’evento lombardo che coinvolgerà centinaia di delegati da decine di nazioni

A Bergamo il terzo simposio sull'urban mining 5

 

(Rinnovabili.it) – Guardare oltre la responsabilità del consumatore. Sarà questo l’obiettivo del prossimo SUM 16, il terzo simposio sull’urban mining e l’economia circolare. Dal 23 al 25 maggio a Bergamo centinaia di delegati da decine di Paesi convergeranno nella città di Bergamo per seguire i lavori del simposio, organizzato da Eurowaste, che si terrà nel Monastero di Sant’Agostino. Si parlerà di responsabilità del produttore, tutela dell’ambiente, maggiore recupero delle risorse. L’economia circolare è la lente attraverso cui osservare e migliorare le pratiche di urban mining. Questo significa sostenere azioni in ogni fase della catena del valore e cioè durante produzione, consumo, riparazione e rigenerazione, gestione dei rifiuti e reimmissione nell’economia delle materie prime secondarie.

Il SUM 16 durerà sarà organizzato in sessioni orali, una sessione poster e una visita tecnica guidata a un impianto di selezione materie plastiche. I lavori del simposio si svilupperanno nel corso di due giornate e in quattro sessioni parallele. Verrà presentato il concetto generale di urban mining attraverso nuove strategie di approccio alla gestione dei rifiuti in una prospettiva di circular economy, dalla minimizzazione allo sviluppo di sistemi alternativi di riutilizzo e recupero.

 

A Bergamo il terzo simposio sull'urban mining

 

Nello specifico, verranno affrontati i temi della caratterizzazione e della raccolta dei rifiuti orientate al riutilizzo e al riciclo, oltre a valutazioni di tipo economico e del ciclo di vita dei sistemi di gestione. Sessioni specializzate saranno dedicate al recupero di risorse da specifiche categorie di rifiuti, come RAEE, fanghi, rifiuti da veicoli a fine vita, materiali di costruzione e provenienti dall’escavazione di discariche.

Oggi in Italia vi sono ancora pochi impianti che estraggono le terre rare dai rifiuti elettrici ed elettronici. Si tratta di attività che molto spesso sono appannaggio di imprese estere, ma in un’ottica di economia circolare è necessario ricostruire un tessuto industriale con base territoriale per poter avviare il volano economico rappresentato dalle materie prime seconde.