Pronti a vivere l’avventura della crescita? Chi, entrando dal 18 al 21 ottobre a Palazzo delle Stelline a Milano, avesse voluto dare una risposta a questa domanda ne avrebbe trovate tante, declinate lungo le direttrici dello sviluppo, della crescita sostenibile, dell’inclusione, delle nuove professioni dell’era digitale, dell’economia civile. Il Festival della Crescita è stato tutto questo. Quattro giorni di incontri, di confronto, di condivisione di esperienze di manager, imprenditori, docenti, associazioni, rappresentanti di Comuni e istituzioni nella prospettiva di un Futuro +Umano, dal titolo dell’ultimo libro del sociologo Francesco Morace, presidente di Future Concept Lab e ideatore del Festival. Qui i partecipanti fanno “connessioni”, trovano punti in comune, cooperano e contribuiscono alla crescita dell’Italia: ovvero fanno rete.
Alla tappa milanese, il valore delle parole ha rivestito un significato importante. Per l’alchimia che solo il caso riesce a creare in modo perfetto, le “Parole della Crescita” – raccolte dal Festival tra gli studenti nelle precedenti 22 tappe in altrettante città italiane – sono state la bandiera della manifestazione, con un jingle del Festival creato dalla sound designer Chiara Luzzana. Quattro di queste – dialogo, luce, consapevolezza, resilienza – hanno ricevuto il Premio #Leparolevalgono, inaugurato per la prima volta al Festival della Crescita di Milano grazie al primo patrocinio dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani e alla sua partecipazione per tutta la durata del Festival. La presenza di Treccani è stata contrassegnata da un evento specifico, #Leparole valgono, svoltosi giovedì 18 ottobre nella sala Cult Library con la partecipazione di Daniela Lucangeli (Università di Padova), Rosario Coluccia (Accademia della Crusca), Paolo Pomati (UNIUPO-Università del Piemonte Orientale) e Floriana Conte (Università del Salento e Accademia dell’Arcadia).
Nella Sala Vision alcuni dei 300 ambasciatori che il Festival della Crescita ha raccolto attorno a sé regalavano le loro parole della crescita, come intelligenza (Massimiliano Dona, Unione Nazionale Consumatori), responsabilità Rossella Sobrero (Università Cattolica e presidente di Koinètica) o parole per rappresentare l’idea di futuro, come bungee jumping regalata da Luciano Canova (Università di Pavia), secondo il quale l’unica modalità di pensare oggi al futuro è quella di fare un salto temporale a cento anni fa, quando si combatteva l’ultima battaglia del Piave «che segnava un momento fondamentale e di riscatto per il nostro Paese. Occorre capire che il futuro, come la corda del bungee che riporta in superficie dopo un volo abissale, non si deve immaginare linearmente, ma con scarti inattesi».
Impossibile raccontare la ricchezza di stimoli su crescita, futuro, creatività, capacità del Made in Italy emersa nei quattro giorni. Qualche pennellata di questo ritratto «dell’Italia di mezzo – come l’ha definita Francesco Morace – che crede con passione nelle cose che fa, immagina, progetta, include, realizza, costruisce» che può essere contenuta nel perimetro di un articolo tuttavia esprime l’idea di “futuro più umano” e di fiducia che il Festival ha diffuso. Nel saluto al Festival di Massimo Bray, direttore della Treccani, è l’essenza di quello che tutti siamo chiamati a fare per il nostro Paese: «Di fronte ai cambiamenti impetuosi in atto nel mondo sentiamo il bisogno di mettere a fuoco modelli di sviluppo sostenibile, capaci di rispettare l’ambiente, di superare le diseguaglianze sociali». Un invito ad essere essere consapevoli dei processi di innovazione scambiandosi esperienze, nella prospettiva di una comune visione di futuro.
Non solo imprenditori, rappresentanti del mondo delle istituzioni, delle associazioni e della società civile. A Milano le università italiane hanno contribuito con i loro ambasciatori a creare connessioni, lasciando un segno tangibile di una nuova era di più stretta collaborazione con i territori e con la collettività. Così Milano Bicocca con Stefano Moriggi e Barbara Quacquarelli sul progetto delle periferie, l’Università della Campania Luigi Vanvitelli, con Francesco Izzo e i suoi studenti, Sapienza Università di Roma con gli studenti della professoressa Loredana di Lucchio, l’Università di Siena – queste ultime tre premiate con il premio #Leparolevalgono. E ancora Giuliano Noci del Politecnico di Milano e Ivana Pais dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, lo IULM con Stefano Rolando. Nell’impossibilità di citarli tutti, ricordiamo inoltre i numerosi esperti di Milano Bicocca coinvolti nei vari eventi e le già citate Università di Pavia, del Salento, di Padova e del Piemonte Orientale – i cui relatori hanno affascinato il pubblico presente all’evento #Leparolevalgono –, la scuola di formazione manageriale Enrico Mattei con i suoi studenti del master Medea coordinati da Luciano Canova.
Dalle università al lavoro del futuro per i giovani. Domande come “c’è una versione più umana di me” o “come ispirare i giovani su un possibile lavoro del futuro in un’Italia in crescita” hanno trovato una possibile risposta nelle parole rispettivamente di Andrea Vitullo e Giampaolo Barozzi. Vitullo, con la sua società Inspire offre formazione manageriale centrata sulla fiducia. Barozzi, di Cisco, ha posto le basi per un progetto rivoluzionario di formazione al lavoro per i giovani dai 16 anni in su, da sviluppare con le scuole. In quattro scuole di Milano e due di Torino stanno oggi sperimentando il progetto Hello Future, che punta a lavorare con il design thinking dei giovani per arrivare a comprendere, prima e realizzare, successivamente, la loro idea di lavoro futuro, portando anche la testimonianza di chi ha realizzato idee nuove.
Al Festival si è parlato anche del fattore merito per la crescita, dell’importanza della cultura della positività e dell’importanza della comunicazione istituzionale pubblica, con Stefano Rolando (IULM) che ha illustrato lo scopo dell’Osservatorio per la comunicazione pubblica in Italia. Antonio Nicita (AGCOM) ha lanciato l’allarme sull’efficacia degli algoritmi di profilazione che si spingono molto oltre la comunicazione commerciale e finiscono per operare un’analisi selettiva delle notizie che raggiungono i nostri account social. L’AGCOM, ha detto, ha un piano di coinvolgimento delle scuole per imparare a difendersi dalle fake news e ha allo studio un vademecum per consentire agli utenti di essere al riparo della profilazione.
I territori, la cultura dei quartieri rigenerati, delle periferie messe al centro dell’azione dell’Amministrazione, oggi messa alla prova con “paradigmi emergenti”, le esperienze felici di crescita urbana hanno tagliato trasversalmente le giornate del Festival della Crescita, mettendo ogni volta in luce aspetti innovativi di crescita e inclusione per Milano, Napoli, Parma, solo per citare alcune città. Rispondendo a Linda Gobbi, Cristina Tajani (assessore a Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano) ha parlato del Laboratorio Milano fra inclusione e innovazione sociale, volto al reinsediamento produttivo di attività e imprese manifatturiere di nuova generazione, non soltanto come strumento di crescita e di occupazione di qualità, ma anche come strumento di rigenerazione urbana. Ha sottolineato l’importanza di guardare a modelli virtuosi – come quello di New York, dove Brooklyn è stato rigenerato – e di chiedere aiuto ai cittadini per costruire politiche pubbliche che si basino sul binomio innovazione-inclusione. Tajani ha auspicato che il Festival aiuti a mettere a sistema tutte le esperienze amministrative migliori incontrate durante le tappe nelle varie città per comporre un grande progetto nazionale, in una dimensione positiva, in cui i diversi pezzi della società trovano un proprio ruolo nella costruzione del progetto a livello locale.
Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, parlando della rete virtuosa creata dal progetto “Parma 2020” e della visione che ne guida e ne connette le attività, sostiene che «occorre avere coerenza, seguire un progetto. Serve avere un’idea, e perseguirla. Linee chiare, condivisione, tempi certi».
L’importanza dei territori è da tempo il cuore dell’impegno di Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola: «Sono un habitué del Festival ormai. Penso che le storie, la cultura che animano questo Festival siano un pezzo dell’Italia del futuro. Sono sempre stato convinto che l’Italia deve fare l’Italia. Dobbiamo accettare tutte le sfide che sono davanti, fare i conti con i nostri mali e i nostri problemi, ma dobbiamo farlo senza perdere la nostra anima» ha detto a Rinnovabili.it. «Questo significa incrociare l’innovazione, le grandi sfide legate all’ambiente, alla sostenibilità, ad un mondo che cambia, con quello che abbiamo di unico, che è un incrocio fra storia, natura, bellezza, cultura. Questo è quello che accomuna Symbola al Festival della Crescita ed è questo il terreno su cui lavorare».