“Gli acquiferi vulcanici hanno un ruolo fondamentale nell’approvvigionamento idrico locale e per il risparmio energetico”: lo ha detto l’assessore regionale all’ambiente, Silvano Rometti, intervenendo a “IdroVulc2013”, il convegno che, promosso da Regione Umbria e Università degli Studi Roma TRE, si è aperto ieri Orvieto. L’incontro, a cui hanno partecipato rappresentati delle Amministrazioni locali e degli Enti gestori ed esponenti della comunità scientifica e dei Centri di ricerca, è servito per affrontate le diverse problematiche legate alle peculiarità qualitative degli acquiferi vulcanici e delle acque sotterranee e al loto utilizzo e gestione.
A tale proposito Rometti ha ricordato le difficoltà insorte nei territori di Castel Giorgio, Castel Viscardo, Porano e Orvieto per l’utilizzo idropotabile delle risorse idriche dell’acquifero vulcanico vulsino che presentano, per caratteristiche geologiche naturali, contenuti di arsenico prossimi ai limiti di legge e che hanno richiesto un immediato intervento della Regione Umbria. Una situazione – ha detto l’assessore – che dal 2001 al 2007, in presenza di stagioni estremamente siccitose, ha portato la Presidenza del Consiglio dei Ministri a dichiarare lo stato di emergenza con due successivi Decreti. Da qui l’intervento della Giunta regionale che ha assegnato all’ATI4 Umbria 7 milioni 875 mila euro per realizzare interventi strutturali per l’installazione di sette impianti di potabilizzazione, l’eliminazione di arsenico e alluminio, il completamento della rete acquedottistica e la ricerca di nuove risorse qualitativamente migliori e quantitativamente sufficienti ad assicurare il rifornimento idrico del sistema acquedottistico Orvietano.
“In Umbria abbiamo puntato su una politica energetica che valorizzi al massimo le fonti rinnovabili, con finanziamenti rilevanti e regole certe per chi voglia investire nel settore – ha aggiunto. Per quanto riguarda le potenzialità geotermiche e geotermali dell’Umbria Rometti ha annunciato che i primi risultati di uno studio realizzato da Regione Umbria, Università di Perugia e di Pisa delineano buone prospettive per l’utilizzo di queste risorse sul territorio umbro. In particolare nel settore occidentale della regione, indicativamente ad ovest del corso del Tevere, da Città di Castello a Todi, e da Todi fino alla zona di Narni.
“Esistono infatti situazioni favorevoli – ha spiegato Rometti, dettate dalla presenza di risorse geotermiche significative accanto a consistenti volumi di acqua. Interessante anche il settore geotermico a bassa entalpia, che la Regione intende sviluppare, come forma alternativa ai metodi tradizionali di climatizzazione e che promette ottimi risparmi e garanzie di affidabilità nel tempo. La geotermia è dunque un settore su cui investire per uno sviluppo ambientalmente compatibile nei settori civili, industriali e turistici, come testimonia l’interesse di alcuni operatori ad investire in Umbria. Alla Regione sono giunte due domande per il rilascio del permesso di ricerca geotermico nella zona di Castel Giorgio, Orvieto, Castel Viscardo e Allerona. E’ stata presentata una richiesta di permesso per Parrano, mentre per la ex concessione relativa all’area Torre Alfina – Castel Giorgio – ha concluso l’assessore – è in atto da parte del Ministero dello Sviluppo economico l’istruttoria per l’attivazione di un impianto pilota”.