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Acque transfrontaliere: a Budapest Galletti firma il “Patto di Parigi”

Si è chiusa oggi a Budapest 7° Conferenza delle parti della Convenzione dell'UNECE. Obiettivo:elaborare una strategia che migliori la cooperazione sul fronte della protezione della acque

Acque transfrontaliere: a Budapest Galletti firma il “Patto di Parigi”

 

(Rinnovabili.it) – Un impegno nella protezione e tutela delle acque transfrontaliere e dei corsi idrici internazionali. Questo quanto richiesto dal “Patto di Parigi”, il documento protagonista dalla 7° Conferenza delle parti (COP7) della Convenzione dell’UNECE. I delegati sono riuniti questi giorni a Budapest con l’obiettivo di perseguire lo scopo primario della Convenzione firmata negli anni ’90 a Helsinki: istituire un quadro per le iniziative di cooperazione bilaterale e multilaterale volte a prevenire e limitare l’inquinamento dei corsi d’acqua transfrontalieri e a garantire l’utilizzazione razionale delle acque.

 

L’attenzione ora è focalizzata sul climate change: gli stravolgimenti  climatici in corso e l’inquinamento antropico stanno pesantemente modificando i corsi d’acqua, con innegabili conseguenze a livello di gestione della risorsa idrica. Alla presenza dei rappresentanti di oltre 80 paesi, i delegati hanno esaminato i progressi compiuti fino a oggi nell’attuazione della Convenzione per elaborare una strategia che migliori la cooperazione. In questo contesto rientra il “Patto di Parigi”, documento non vincolate dedicato all’adattamento ai cambiamenti climatici nei bacini dei fiumi, laghi e falde acquifere. Firmato nell’occasione anche dal ministro dell’Ambiente italiano, Gian Luca Galletti, il patto è parte dell’agenda di Lima-Parigi, nel quadro della Cop21 che si svolgerà nei prossimi giorni e farà parte del programma della “Giornata d’azione sulla resilienza ai cambiamenti climatici” che si terrà nella capitale francese il 2 dicembre.

 

Questo documento, sviluppato dalla International Network of Basin Organizations (INBO) con la collaborazione di diversi partner (tra cui UNECE),  comprende due componenti chiave: la prima parte descrive il contesto e fornisce i principi generali per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei bacini idrici, e la seconda elenca gli impegni (non giuridicamente vincolanti) presi dai firmatari per applicare le misure stesse di adattamento individuate. A oggi, 152 organizzazioni hanno già firmato il “Patto di Parigi”, tra cui governi, Banca Mondiale, agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni di bacino, ONG e stakeholder locali.