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10 tesi per la sostenibilità, i giovani universitari costruiscono il futuro

10 tesi per la sostenibilità
I vincitori del premio 10 tesi per la sostenibilità

La visione olistica delle 10 tesi per la sostenibilità

10 tesi per la sostenibilità ha premiato, nella magnifica sala delle colonne dell’Università LUISS Guido Carli a Roma, dieci tesi di laurea in diversi campi della conoscenza a cui si aggiungono 90 menzioni. In totale sono arrivate 2.062 candidature da 20 atenei italiani.

Un successo sorprendente

A un successo di tale portata non avrebbe creduto nemmeno il suo promotore, Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, che non ha nascosto la sua soddisfazione. Ma un altro dato positivo è che il 61,3% delle ricerche viene da ragazze impegnate in settori scientifici.

Paola Severino, presidente della Luiss School of Law, ha evidenziato «il rigore, l’innovatività e il potenziale impatto ambientale e sociale» dei dieci elaborati vincitori, sottolineando quanto sia stato difficile scegliere fra tante tesi di spessore.

Gli altri promotori di 10 tesi per la sostenibilità, accanto a Symbola, sono la LUISS, Unioncamere e Deloitte Climate&Sustainability. Oltre al patrocinio del Ministero dell’Università e della Ricerca e della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), al premio hanno collaborato anche il Consorzio AlmaLaurea, la RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile) e l’INSTM (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali).

La sostenibilità non è un tema secondario

Questo premio, unico in Italia, rappresenta gli elementi che da anni caratterizzano Symbola: dare vita a un’economia dal volto umano, credere nella sostenibilità perché i fatti dimostrano che conviene, puntare sulla connessione dei saperi perché insieme ci si arricchisce reciprocamente e si va più lontano.

La selezione si è svolta in due fasi: prima un comitato tecnico degli atenei aderenti all’iniziativa ha individuato i 100 migliori elaborati, poi il comitato scientifico presieduto da Paola Severino, presidente della Luiss School of Law, e da Stefano Zamagni, docente di Economia nell’Università di Bologna ha scelto i dieci vincitori.

Come ha sottolineato Zamagni, bisogna far conoscere il bene per sensibilizzare l’opinione pubblica: la sostenibilità è un tema che non deve rimanere sullo sfondo. Citando il Premio Nobel Tagore, Zamagni ha detto che i tempi sono difficili, ma questi ragazzi sono stelle che splendono nel firmamento della conoscenza.

10 tesi per la sostenibilità e il Manifesto di Assisi

La crisi climatica è un problema che stravolge costantemente le nostre vite: per risolverlo bisogna mobilitare tutte le competenze, i saperi, le sensibilità. Per riuscirci, dice Realacci, dobbiamo usare la più grande energia rinnovabile non inquinante di cui disponiamo: l’intelligenza umana.

Questa «è un’occasione per chiamare a raccolta e dare forza a un’Italia che fa l’Italia. Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario, ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro», ha affermato Realacci.

Parole che riecheggiando i punti chiave del Manifesto di Assisi, a cui ha fatto cenno anche Padre Enzo Fortunato, direttore Comunicazione della Basilica di San Pietro, che lo promosse nel 2020 con Ermete Realacci. Manifesto peraltro ispirato dalla Laudato Si’ di Papa Francesco.

La sostenibilità non è un tema astratto, ma saldamente ancorato alla realtà. Chi ha detto che si identifica solo con il sapere scientifico? Non è un tema di moda, come qualcuno erroneamente ritiene: le 10 tesi per la sostenibilità dimostrano la trasversalità di un tema fondamentale per le nostre vite e per le imprese.

La visione ambiziosa ma necessaria del Green Deal

La sostenibilità è anche al centro delle politiche europee, cercando un «equilibrio fra innovazione tecnologica, tutela dell’ambiente e giustizia sociale», ha affermato Paolo Gentiloni, commissario europeo uscente agli Affari Economici e Monetari.

«Il Green Deal è una visione ambiziosa ma necessaria» che deve farci considerare la «transizione verde come un’opportunità, non un problema».

Ovviamente «la politica deve accompagnare le persone e i territori» in un passaggio difficile ma cruciale per la nostra sopravvivenza: «la transizione verde funziona solo se è sostenibile» e tutti dobbiamo esserne convinta parte attiva.

Infatti «la più grande minaccia al nostro Pianeta è la convinzione che lo salverà qualcun altro», ha concluso Gentiloni citando le parole dell’esploratore Robert Swan.

La trasversalità dei saperi

10 tesi per la sostenibilità premia un approccio integrato alla conoscenza: l’interdisciplinarità porta a una visione complessiva dei problemi. Questo è un punto di forza del nostro sistema formativo, che riesce ad andare oltre l’eccessiva specializzazione.

«Lavorare con le università è fondamentale. La sfida è trovare soluzioni praticabili. Oggi i giovani ci sfidano a trovare soluzioni e ad essere coerenti con gli obiettivi che ci siamo dati, dobbiamo muoverci entro gli orizzonti tracciati dalla scienza», ha detto Stefano Pareglio, presidente di Deloitte Climate&Sustainability.

Del resto «le università sono agenti del cambiamento. Non più torri d’avorio, ma parte della comunità e attente ai problemi della società», ha affermato Patrizia Lombardi, presidente del RUS (Politecnico di Torino).

«L’Agenda 2030 richiede un’attenzione non formale da parte di tutti. Ci sono molte sfide aperte da affrontare in modo olistico per arrivare a soluzioni di lungo periodo».

Punti fermi per il futuro

Quale futuro ci attende? Molto non è prevedibile, tranne il fatto che competenza e sostenibilità sono due punti fermi per le professioni di domani, come ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete: «Serviranno tre milioni di persone con competenze in ambito green per lavori che ancora non esistono.

L’Italia ha bisogno di innovazione, di idee e di formazione per colmare il grave disallineamento tra formazione e necessità delle imprese: mancano candidati preparati per i lavori che offrono».

«La strada è tracciata, non si può tornare indietro. Tuttavia sarà necessaria qualche correzione per realizzare la transizione giusta e contenere costi sociali che sarebbero insostenibili.

Gli effetti del cambiamento climatico hanno costi altissimi in termini non solo ambientali, ma anche economici e sanitari. Per questo dobbiamo riflettere sul valore degli investimenti green, convenienti nel lungo periodo».

Sul sito della Fondazione Symbola sono disponibili le tesi dei dieci vincitori per la consultazione.

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