Liquefazione statica ed erosione, le principali problematiche segnalate dal report
(Rinnovabili.it) – Nuove ombre sul crollo della diga di Brumadinho che lo scorso 25 gennaio ha causato la morte di 165 persone e conta ancora centinaia di dispersi: secondo un report esclusivo riportato dall’agenzia stampa Reuters, i dirigenti della Vale SA, la più grande compagnia mineraria al mondo e proprietaria del sito di estrazione che sversava i materiali di risulta nel bacino artificiale, nell’ottobre 2018 erano stati informati che la diga correva un altissimo rischio di crollo e andavano prese immediate misure per la salvaguardia degli operatori e dell’ambiente.
Il report in questione sarebbe datato 3 ottobre 2018: la diga di Brumadinho veniva classificata ad altissimo rischio di crollo, addirittura 2 volte oltre il massimo livello di rischio tollerato dagli standard stabiliti dalla stessa Vala SA.
Il documento visionato da Reuters segnalerebbe fenomeni di erosione e di liquefazione statica come principali rischio di un collasso della struttura. Gli inquirenti stanno ancora chiarendo le cause del crollo. Proprio il processo di liquefazione statica, ovvero la perdita di forza e rigidità di materiali solidi che tendono quindi a comportarsi come liquidi, era stato il principale attore nella crollo della diga a coda della miniera di Samarco nel 2015, anch’essa di co-proprietà della Vale SA, che causò la morte di 19 operai.
Il report dello scorso ottobre chiedeva di porre la diga di Brumadinho sotto una “attention zone” e di prevedere la dismissione della stessa; stimava, inoltre, in almeno 100 le vittime di un potenziale crollo e in 1,5 miliardi di dollari il danno economico per la Vale SA. Lo stesso documento, infine, segnalava altre 9 dighe sulle 57 controllate da tenere sotto stretta osservazione.
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Interpellata, la Vale SA ha risposto di non essere a conoscenza di alcun report preliminare che segnalasse l’imminente rischio di crollo. Al contrario, la diga di Córrego do Feijão possedeva tutte le certificazioni di sicurezza e stabilita fornite da compagnie di controllo brasiliane ed estere.
I controlli cui si riferiscono i responsabili della compagnia mineraria sono quelli svolti dall’agenzia tedesca TÜV SÜD che recensivano la diga di Brumadinho come rispondente ai minimi legali di stabilità, ma sollevavano dubbi su questioni come il drenaggio della diga e i sistemi di monitoraggio. Gli esperti di TÜV SÜD avevano poi redatto un elenco di 17 raccomandazioni da implementare per aumentare il livello di sicurezza della diga, parametri che, secondo Vale SA, sarebbero stati quotidianamente applicati nella routine di lavoro. Nei giorni immediatamente successivi al crollo, due ingegneri di TÜV SÜD sono stati arrestati nel corso delle indagini preliminari per accertare le cause del disastro.
La compagnia mineraria ha annunciato l’investimento di 400 milioni di dollari a partire dal 2020 per ridurre l’utilizzo delle dighe a coda (bacini a supporto di cave d’estrazione in cui vengono sversati i materiali di risulta dell’attività mineraria).