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Crisi idrica, e se la soluzione fossero le acque reflue?

Il trattamento e riciclo dei reflui urbani in settori come l’agricoltura possiede un potenziale economico ancora inesplorato da molte nazioni

Crisi idrica, e se la soluzione fossero le acque reflue

 

(Rinnovabili.it) – La drammatica riduzione delle riserve d’acqua dolce mondiale determinerà un progressivo incremento dell‘utilizzo dei reflui trattati in settori chiave come l’irrigazione agricola. E’ quanto emerge da un nuovo rapporto redatto da un team di esperti Onu in collaborazione con la giapponese Tottori University e presentato in occasione della Settimana Mondiale dell’Acqua. Il rapporto pone l’accento sulla crisi idrica indicando nel riciclaggio delle acque reflue una soluzione dall’elevato potenziale economico. Attualmente circa il 70% dell’acqua dolce del mondo – fino al 95% in alcuni paesi – viene utilizzata per l’irrigazione, una percentuale così elevata che non potrà necessariamente essere sostenuta a lungo termine.

 

In realtà gli autori non fanno riferimento a precisi volumi, dal momento che delle 181 nazioni analizzate nel documento più della metà non dispongono attualmente delle informazioni necessarie su fogne e acque di scarico. La relazione tuttavia è la prima a individuare le esistenti lacune di informazione rispetto alla generazione, trattamento e utilizzo delle acque reflue. Molti governi e società – spiega alla Reuters, Zafar Adeel, dell’Università delle Nazioni Unite per l’Acqua, Ambiente e Salute (UNU-INWEH) – continuano a trascurare il valore economico delle acque reflue; basti pensare che solo il Nord America produce ogni anno ben 85.000 metri cubici di reflui, di cui 61.000 sono trattati e solo il 4% viene riutilizzato.

 

Consapevolezza o meno del potenziale economico del riciclo, molte nazioni in via di sviluppo, sottolinea il rapporto, non possono permettersi l’attrezzatura per il trattamento delle acque reflue anche se è stato dimostrato che il recupero e trattamento dei reflui possa essere più conveniente nel lungo periodo rispetto al pompaggio di acqua dalle falde sotterranee. Diffondere la giusta informazione sul tema e il relativo know-how diventa allora un elemento  fondamentale come spiega uno degli autori, Toshio Sato, della Tottori University: “Data la crescente importanza della gestione delle acque reflue per la salute delle persone e delle economie a livello locale e nazionale, l’aggiornamento delle conoscenze di base è un elemento essenziale per gli investimenti”. “Il punto chiave sottolineato in tutta la relazione è la necessità di investire tempo e risorse per colmare il gap esistente nei dati globali”, aggiunge  Manzoor Qadir dell’UNU-INWEH. “Migliori dati consentiranno alla ricerca e alla comunità politica di migliorare la comprensione e l’attuazione di soluzioni efficaci che andranno a beneficio di milioni di produttori e consumatori in tutto il mondo”.