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Mai così grave la crisi delle foreste tropicali nel mondo

foreste tropicali

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Un declino senza precedenti per le foreste tropicali

 

(Rinnovabili.it) – Invece di assorbire carbonio, lo emettono. Sembra un controsenso, ma le foreste tropicali del mondo sono degradate a tal punto da non svolgere più la loro funzione fondamentale di serbatoi della CO2. Per questo serve una azione globale per proteggere l’Amazzonia e tutti i polmoni verdi sul pianeta dallo sfruttamento incondizionato, ripristinando le zone già deforestate. La speranza di dare il via ad un’alleanza transnazionale sulla difesa delle foreste ha animato gli autori di un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati ieri sulla rivista Science.

I ricercatori del Woods Hole Research Center e dell’Università di Boston hanno scoperto che le aree forestali in Sud America, Africa e Asia – che fino ad ora hanno svolto un ruolo chiave nell’assorbimento dei gas serra – stanno invece liberando 425 milioni di tonnellate di carbonio ogni anno, più della quota imputata al traffico veicolare negli Stati Uniti.

 

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Si tratta di una perdita molto maggiore di quanto precedentemente calcolato: lo studio è considerato autorevole perché i dati sono stati raccolti esaminando il settore nella maniera più dettagliata e rigorosa di sempre. Lo studio è andato oltre qualunque analisi condotta in precedenza, misurando l’impatto del disturbo e del degrado forestale. I cosiddetti forest disturbances sono eventi che causano mutamenti nella struttura e nella composizione di un ecosistema forestale. Non si tratta soltanto della crescita e della morte di singoli organismi, ma anche dell’impatto di frane, siccità, incendi, attacchi di patogeni fungini o di insetti dannosi, modificazioni del suolo dovute al calpestio degli animali da allevamento, caccia, bonifica dei terreni per l’agricoltura o l’urbanizzazione. Con il termine forest degradation, invece, si intende un cambiamento all’interno dell’ecosistema forestale che influenza negativamente la struttura o la funzione del sito e quindi ne riduce la capacità di fornire prodotti o servizi, come l’assorbimento dei gas serra.

foreste tropicaliSecondo i ricercatori, degrado e disturbi possono ridurre la biomassa fino al 75%. Oltre ad analizzare 12 anni di dati satellitari, non sempre esaustivi, sono stati effettuati studi sul campo. Il risultato è una perdita netta di carbonio in ogni continente. L’America Latina, dove sorge l’Amazzonia – la foresta più grande del mondo – da sola copre quasi il 60% delle emissioni totali censite dall’analisi, con il 24% proveniente dall’Africa e il 16% dall’Asia.

Nel complesso, degrado e disturbi hanno inciso sulla perdita di carbonio più della deforestazione. Ma la notizia positiva è che ora è possibile identificare quali zone sono interessate dal fenomeno e ripristinare le foreste prima che scompaiano completamente. La priorità, spiegano gli esperti, è proteggere le selve incontaminate con elevata densità di carbonio. Il modo più efficace di farlo è sostenere i diritti di proprietà fondiaria delle popolazioni indigene. Purtroppo, in mole nazioni coperte da foreste tropicali i governi remano contro. È il caso del Brasile e della Colombia, dove la deforestazione ha subito un’accelerazione nell’ultimo anno, andando di pari passo con le violazioni dei diritti umani.

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