Nel 2011 sono stati raccolti in modo differenziato circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti, per un valore di circa 186 chilogrammi per abitante
“Il Rapporto – ha spiegato Bernocchi – è uno strumento necessario perché fotografa una situazione in tempo reale, ma la novità di quest’anno è un’altra perché per la prima volta si presentano i dati sull’effettivo riciclo”.
Sfogliando le pagine del documento si evince come dal 2010 al 2011 la percentuale di raccolta differenziata in Italia sia cresciuta di oltre due punti, passando dal 33,26% al 35,53% e segnando a fine dello scorso anno un totale di dieci milioni di tonnellate di rifiuti evitati alla discarica (circa 186 chilogrammi per abitante). Altro dato positivo, la diminuzione della spazzatura urbana, con una produzione pro-capite passata da 535,78 kg/ab. nel 2010 a 525,70 kg/ab. nel 2011.
I dati mutati si riflettono in sostanziali cambiamenti anche a livello dei consorzi di filiera. Dal Rapporto emerge infatti un incremento delle quantità conferite a Coreve, Corepla e Cial, ed un calo invece al Comieco “a seguito della scelta da parte dei convenzionati di gestire il materiale sul libero mercato in una fase di trend positivo dei prezzi, accogliendo l’indirizzo generale dell’Accordo Quadro in merito al regime di sussidiarietà delle convenzioni”.
“Nel nostro Paese nove regioni raggiungono buoni risultati in termini di riciclo, un dato importante perché dimostra che l’Italia non ha nulla da invidiare ad altri paesi europei in campo ambientale”, continua Bernocchi, riferendosi ai quei territori che nel 2011 hanno già superato l’obiettivo del 50% di avvio a riciclo. A primeggiare sono quasi esclusivamente le regioni del Nord se si escludono le eccezioni di Marche e Sardegna.