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Costo sociale della CO2 più alto di quanto atteso

Superate le stime dell’EPA: i nuovi dati parlano di costi sociali del carbonio compresi approssimativamente tra i 180 e gli 800 dollari statunitensi a livello globale, per ogni tonnellata di CO2 emessa

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Grazie ai nuovi dati costo sociale della CO2 dettagliato paese per paese

 

(Rinnovabili.it) – Per i Paesi che emettono più gas serra i danni economici derivanti dai cambiamenti climatici saranno più elevati e più iniqui di quanto atteso. Lo rivela lo studio realizzato da un team internazionale di ricerca che ha visto coinvolti l’European Institute on Economics and the Environment (EIEE) e la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) in una prima assoluta: la messa a punto di un data set per quantificare il costo sociale della CO2 su scala nazionale, basato su modelli di proiezioni climatiche, stime empiriche dei danni economici legati al clima e previsioni socioeconomiche.

 

I dati emersi parlano chiaro: a subire più di tutti i costi delle emissioni di carbonio saranno i 3 paesi che oggi emettono le maggiori quantità di gas serra, ovvero Cina, India e USA, seguiti dai Paesi del Golfo. Ma la cosa sconcertante è che con questi nuovi dati vengono superate le stime dell’Agenzia di protezione ambientale statunitense (EPA) finora prese in considerazione: non più un range di costi compreso tra i 12 e i 62 dollari statunitensi per ogni tonnellata di CO2 emessa entro il 2020, ma costi compresi tra 180 e 800 dollari statunitensi.

 

Noi tutti sappiamo che l’anidride carbonica prodotta da combustibili fossili – spiega Kate Ricke, della University of California San Diego, tra gli autori dello studio – produce, e produrrà in futuro, effetti sulle persone e sugli ecosistemi in tutto il mondo. Tuttavia, poiché questi impatti non sono considerati nei prezzi di mercato, si crea un’esternalità ambientale che non è pagata da chi consuma energia prodotta da combustibili fossili. Non siamo quindi consapevoli del vero costo di questo tipo di consumo”.

 

Secondo quanto dichiarato dagli esperti, quindi, essere in grado di valutare i costi economici associati al clima ha molti aspetti positivi, come ad esempio l’utilizzo di queste nuove informazioni per le leggi ambientali e per i processi legislativi. Altro vantaggio derivabile da questi nuovi dati è la possibilità di poterne disporre in maniera dettagliata paese per paese; le analisi realizzate fino ad oggi si sono concentrate sul costo sociale della CO2 a livello globale. “Il 90% degli Stati del mondo registrerà perdite a causa dei cambiamenti climatici – ha affermato Massimo Tavoni, Professore Associato al Politecnico di Milano e direttore dell’EIEE, anch’egli tra gli autori della ricerca – e questo non potrà non esacerbare ineguaglianze e tensioni internazionali”.