(Rinnovabili.it) – Ieri mattina molto presto è stato dato il via libera alle operazioni di rigalleggiamento del relitto della Costa Concordia, naufragata davanti le coste dell’Isola del Giglio nel gennaio 2012. Ora la nave è in posizione eretta ed è pronta per le operazioni di trasporto che dalle acque toscane la porteranno fino al porto di Genova, dove avranno luogo le operazioni di smantellamento dell’imbarcazione.
Intenzionate a controllare che tutto vada per il meglio Legambiente e Greenpeace hanno comunicato che seguiranno con attenzione il viaggio della Concordia verso la Liguria a bordo di un’altra imbarcazione per controllare che tutto vada per il meglio e che non vi sia alcun danno ambientale determinato dallo spostamento del relitto.
Parte così la campagna “Costa ti tengo d’occhio”, nata anche con obiettivo di controllare il ripristino dei fondali del Giglio e il risarcimento del danno ambientale.
A bordo della barca “Maria Teresa” messa a disposizione dalla Fondazione Exodus, rappresentanti di entrambe le associazioni ambientaliste seguiranno questo lento viaggio verso il porto di Genova seguiti saltuariamente anche da una una Goletta Verde Straordinaria che effettuerà alcune tappe. Un viaggio che oltre che complesso si rivela particolarmente delicato visto che durante i 5 giorni previsti di navigazione la Costa Concordia attraverserà il Santuario dei Cetacei, tratto di mare particolarmente delicato.
“Seguiremo da vicino il convoglio per verificare che durante l’operazione di trasferimento della Concordia verso Genova non ci siano sversamenti che possano causare inquinamento all’ecosistema marino e per ribadire l’attenzione degli ambientalisti ai problemi del Santuario dei Cetacei, del mare e dei trasporti marittimi” hanno sottolineato le due associazioni ambientaliste “È importante ricordare poi che la vicenda della Concordia non si chiude con la rimozione del relitto dal Giglio e lo smantellamento. Occorre pensare anche alla bonifica e al ripristino dello stato dei luoghi e del fondale del Giglio, dove il relitto è stato adagiato per lungo tempo, restituendo così alla piccola comunità dell’isola l’immagine, il decoro e la tranquillità che merita. E, soprattutto, occorre garantire il risarcimento del danno ambientale causato dal naufragio della Concordia”.