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Costa Azzurra, l’acqua di due mesi in 60 minuti: è calamità naturale

Costa Azzurra l’acqua di due mesi in 60 minuti è calamità naturale

(Rinnovabili.it) –  Oltre alle 17 vittime e alle quattro persone ancora disperse sono i 180 millimetri di acqua caduti in due ore sulla Costa Azzurra ad aver spinto il ministero degli Interni francese a dichiarare lo stato di calamità naturale.

Una delle zone turistiche più famose della Francia, a due passi da casa nostra, è stata sconvolta durante il fine settimana da piogge torrenziali che hanno causato inondazioni in città come Cannes, Antibes, Biot, Mandelieu, Vallaurise, interessando un’area di 225 chilometri quadrati. Un blackout ha lasciato al buio 70 mila persone tra sabato e domenica, e ancora oggi sono 5 mila i cittadini che non hanno l’elettricità, mentre numerose strade restano bloccate.

L’incubo ha avuto inizio alle 20 di sabato ed è durato fino alle 2 del mattino di domenica. Il fenomeno meteorologico ha registrato eccezionale intensità tra le 21 e le 22: in quei 60 minuti si è rovesciata su Cannes una quantità d’acqua pari a quella che, secondo le statistiche di Meteo France, dovrebbe cadere in due mesi. Molte vittime sono state colte di sorpresa, mentre si trovavano in auto, da ondate di fango provocate dall’esondazione dei corsi d’acqua come la Brague.

Non è ancora possibile quantificare il ruolo del riscaldamento globale in questo cataclisma, in quanto le serie di osservazione sono considerate dai climatologi ancora troppo brevi per stabilire una tendenza significativa. Tuttavia non è possibile escludere questa componente, un fatto piuttosto eloquente alla vigilia della conferenza sul clima che si aprirà il 30 novembre prossimo proprio a Parigi. Man mano che l’atmosfera si scalda a causa delle emissioni di CO2 di origine antropica, aumenta in alcune zone del mondo la concentrazione di vapore acqueo, ingrediente principe di quelle che giornalisticamente vengono definite “bombe d’acqua”. Scrosci di pioggia molto violenti non sono una novità nel Sud della Francia, specialmente d’autunno. Tuttavia, nella zona più orientale non si vedevano fenomeni simili dal 1942.

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