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Corte dei Conti, l’UE riferisce adeguatamente sui tagli alle emissioni

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Di Euseson, CC BY-SA 3.0, Collegamento

La Corte suggerisce miglioramenti nella comunicazione delle modalità con cui le politiche di mitigazione nazionali e dell’UE contribuiscono al raggiungimento dei valori-obiettivo di riduzione delle emissioni

(Rinnovabili.it) – Per monitorare i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi climatici in fatto di taglio delle emissioni, l’UE e i suoi Stati membri sono tenuti ogni anno a presentare inventari dei gas a effetto serra e proiezioni sugli scenari futuri riferiti ai singoli settori, dal trasporto all’agricoltura. 

Compito della Corte dei conti europea è quello di verificare che la Commissione, assistita dall’Agenzia europea per l’ambiente, controlli in modo adeguato la qualità di tali inventari nonché la correttezza delle informazioni fornite. 

Stando alla relazione stilata in merito dalla stessa Corte, i dati relativi alle emissioni di gas a effetto serra dell’UE sono stati comunicati in linea con gli obblighi internazionali e gli inventari delle emissioni migliorati nel corso del tempo. Tuttavia, sottolinea il tribunale, occorre una migliore conoscenza di settori specifici, quali agricoltura e foreste.

 

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Dall’audit è emerso infatti che, come disposto dalle norme internazionali in materia di rendicontazione, gli inventari dell’UE e degli Stati membri riguardavano tutti e sette i principali gas a effetto serra e che il controllo qualità svolto sugli inventari era soddisfacente ed il livello generale di incertezza diminuito. Tuttavia, dal rapporto sono emerse alcune mancanze riguardo in particolare il settore “uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura” (LULUCF), per il quale non sarebbero state svolte le stesse – e necessarie – verifiche. Nel dettaglio, i valori-obiettivo stabiliti per il 2030 per il settore LULUCF e per il 2050 per il trasporto marittimo internazionale sarebbero stati forniti senza valori-obiettivo intermedi o misure di riduzione. Essendo la politica agricola comune definita su un ciclo di sette anni, all’interno della visione strategica a lungo termine presentata dalla Commissione mancano infatti adeguate tabelle di marcia per i settori dell’agricoltura e LULUCF. Di conseguenza, dalla relazione della Corte emerge che: “la Commissione non è in grado al momento di presentare un quadro dettagliato sul modo in cui le politiche e le misure di mitigazione nazionali e dell’UE contribuiscono al raggiungimento dei valori-obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2020, il 2030 e il 2050”. 

 

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