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COP22: a che punto siamo sui finanziamenti climatici?

COP22: a che punto siamo sui finanziamenti climatici?

 

(Rinnovabili.it) – Il Bangladesh ha annunciato la creazione di un organismo nazionale dedicato alla gestione dei finanziamenti climatici. Avrebbe tra i suoi compiti principali quello di implementare il controverso meccanismo di loss & damage, cioè quella parte di risarcimenti per le perdite e i danni irreparabili subìti dai paesi vulnerabili a un cambiamento climatico innescato dalle economie avanzate. L’idea sarà portata alla COP22 all’inizio della prossima settimana.

Certo, non si tratta di una svolta epocale, né ha una qualche garanzia di raccogliere ampi consensi tra i quasi 200 paesi riuniti a Marrakesh. Potrebbe però dividere in modo netto i due schieramenti e dare slancio alle trattative: da un lato i paesi più poveri e in via di sviluppo, che coincidono in gran parte con quelli che pagano di più gli effetti dei cambiamenti climatici, e dall’altro lato le nazioni più ricche, che hanno promesso un fondo ad hoc di 100 miliardi di dollari l’anno ma sono più che restii a scucire il denaro.

 

COP22: a che punto siamo sui finanziamenti climatici?È il tema più scottante del summit sul clima. Lo è, a dirla tutta, da almeno un decennio. Lo scontro si accende su questo punto: chi dovrebbe pagare per i danni causati dalle emissioni di gas serra? Come pesare le responsabilità?

Nel 2013 fu creato a Varsavia il WIM, un meccanismo internazionale che doveva prendere decisioni sul capitolo loss & damage. L’anno scorso, alla COP21, c’è mancato poco che non venisse lasciato fuori dall’accordo. Di fatto non sono state prese nuove decisioni, anzi una sì: la menzione del meccanismo nel testo dell’accordo “non implica né costituisce una base per qualsivoglia responsabilità o compensazione”. Clausola ovviamente posta dalle nazioni più ricche, Usa in testa.

Alla COP22 bisognerebbe passare all’azione, ma per il momento i finanziamenti climatici sono bloccati al livello di meccanismi assicurativi. Si parla, poi, di istituire una camera di compensazione per informazioni sull’assicurazione contro il rischio climatico e creare una task force sul fenomeno delle migrazioni climatiche. In ogni caso, nessuna delle proposte affronta la situazione nel medio-lungo periodo, bensì serve solo a circoscrivere il fenomeno (con buona probabilità al ribasso, così da diminuire i finanziamenti da mettere sul tavolo).

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