I governi metteranno sul tavolo i prossimi passi dell’agenda climatica. Obiettivo: accelerare l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, firmato lo scorso 22 aprile da 177 parti
(Rinnovabili.it) – Dieci giorni di colloqui serrati sui cambiamenti climatici. Sono quelli che iniziano oggi a Bonn, dove le Nazioni Unite riprendono quel discorso “lasciato in sospeso” lo scorso 22 Aprile, con la firma dell’Accordo di Parigi. In una prima volta storica (anche se dalle basse ambizioni) oltre centosettanta Paesi hanno celebrato la Giornata della Terra apponendo la propria firma sul documento finale della COP 21. Ora tocca ai negoziatori accelerare l’attuazione dell’Accordo, in primo luogo facendo avanzare gli INDCs, i piani nazionali contenenti gli impegni nazionali sul clima. Se è vero che 177 Parti hanno firmato il Paris Agreement, lo è anche che finora solo 16 di loro lo hanno ratificato. Ma perché entri in vigore, il trattato deve essere ratificato da almeno 55 Parti che rappresentino il 55 per cento del totale delle emissioni globali.
Con alle spalle pressioni scientifiche ed evidenze climatiche sempre maggiori, uno degli obiettivi chiave di Bonn sarà individuare attività che possiedono un alto potenziale nel frenare e ridurre le emissioni nel breve periodo. I governi dovranno anche discutere del valore sociale ed economico del carbonio, facendo convergere fra lori temi quali resilienza, politiche di adattamento, finanziamenti climatici e scambio di buone pratiche.
Uno dei nodi da risolvere sono le riduzioni nazionali messe sul tavolo da ciascun paese che, secondo recenti analisi, non solo riuscirebbero a garantire il contenimento dell’aumento della temperatura entro i 2 gradi Celsius ma porterebbero con molto probabilità ad un più 3 gradi sul termometro globale.