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COP20: è subito scontro fra USA e UE

Il secondo giorno della COP20 porta le prime preoccupazioni: USA e UE in disaccordo su target vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2

COP20 : People arrive to the Climate Change Conference in Lima, Peru

 

(Rinnovabili.it) – L’Ue prova a volare alto alla COP20 peruviana, ma finisce subito sulla linea di tiro della doppietta USA. La delegazione dell’Unione al vertice ONU sul clima ha sostenuto che sono necessari tagli legalmente vincolanti alle emissioni, da applicare a tutti i Paesi, e la misura dovrebbe essere adottata entro il 2015 per entrare in vigore nel 2020. Per gli Stati Uniti non se ne parla nemmeno: meglio la soluzione – molto più blanda – che consente ai Paesi di fare i conti con alcuni target vincolanti, ma con tempi e modalità da decidere a piacere. Anche se questo dovesse mettere in discussione l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi.

 

«L’Ue è dell’idea che target vincolanti di mitigazione siano l’unico modo per dare un segnale a lungo termine e l’opportuna fiducia agli investitori – ha riferito Elina Bardram, capo delegazione europeo alla conferenza – Inoltre, potrebbero aumentare la credibilità nella transizione low carbon di tutto il pianeta. Non siamo convinti che un approccio alternativo potrebbe fornire gli stessi segnali».

A rincarare la dose arriva Asad Rehman, di Friends of the Earth: «Quello che gli Stati Uniti stanno mettendo sul tavolo è fondamentalmente il selvaggio West. Un sistema climatico deregolamentato, con i Paesi legittimati a fare soltanto ciò che gli aggrada, è la ricetta per il disastro. Abbiamo bisogno di regole ferree basate sulla scienza: è l’unico modo per affrontare questa crisi climatica».

 

È la prima volta che un funzionario dell’UE pubblicamente chiede obiettivi legalmente vincolanti, un fatto che indica non solo la posizione negoziale dell’Unione europea alla conferenza di Lima, meeting destinato a produrre la prima bozza di un accordo per ridurre le emissioni scongiurare un pericoloso cambiamento climatico. Il patto dovrebbe essere firmato durante la prossima COP21 di Parigi 2015.

Ma il demonio si nasconde nei dettagli, e dunque è troppo presto per fare i complimenti all’Unione. Infatti non si conosce il livello delle soglie proposte dall’Europa, che pare siano state limate di fronte alle scarse intenzioni da parte di altre grandi potenze (USA in prima fila) di imporre ampie modifiche all’economia. La stessa Bradram ha dichiarato che tali posizioni potrebbero portare ad uno stallo durante il vertice di Parigi, dal quale tutti invece si attendono un cambio di passo sancito da una carta globale sul clima.