(Rinnovabili.it) – Si stanno concludendo gli incontri nell’ambito della Conferenza Onu sul Clima in svolgimento a Durban e si inizia a riflettere su quanto detto pensando a cosa ci riserva il futuro. Gli schieramenti sono ben delineati e mentre Stati Uniti, Canada e Giappone ribadiscono la volontà di rimanere fuori da un post Kyoto arriva dall’Europa la conferma di un interesse reale e concreto a modificare i processi antropici che stanno causando l’inasprimento delle conseguenze derivate dall’innalzamento della temperatura globale e dell’aumento della concentrazione dei gas serra in atmosfera. E direttamente dalle dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini la certezza che l’Italia è pienamente a favore di un Kyoto 2 contenente le nuove strategie da seguire a partire dal 2013 per limitare i danni collegati al cambiamento climatico, da utilizzare come strumento di dialogo e collaborazione tra i paesi del mondo interessati a ridurre le rispettive emissioni a vantaggio di tutti.
“Un’alleanza – ha dichiarato il ministro italiano dell’Ambiente, Corrado Clini – che dovrà basarsi sulla diffusione e sulla promozione di tecnologie pulite tra i Paesi più sviluppati e quelli di nuova industrializzazione, su progetti comuni, su investimenti che mettano a disposizione dei cittadini del mondo stili nuovi di produzione e di consumo” pensando alla protezione dell’ambiente come traino per uscire dalla crisi economica e industriale e dirigersi verso la green economy.
La collaborazione con la Cina
Da Durban l’Italia esce comunque vincitrice grazie alla stipula di un accorodo di collaborazione con la Cina, un’intesa del valore di 3,6 milioni di euro che punta alla diffusione dell’industria, delle tecnologie e del know how a basso impatto ambientale definita dallo stesso ministro “il motore del cambiamento”.
“L’Italia – ha proseguito Clini – è impegnata a sostenere la Cina nella realizzazione di uno sviluppo low carbon attraverso oltre 250 progetti congiunti promossi dal ministero italiano dell’Ambiente. Nel nostro paese il 25% dell’energia deriva da fonti rinnovabili, tra le quali il solare è quella che sta crescendo più rapidamente. Oltre il 50% delle tecnologie solari adottate in Italia proviene dalla Cina, a conferma della concreta partnership tra i due paesi. L’Unione europea è pronta a prendere nuovi impegni con l’estensione del Protocollo di Kyoto oltre il 2012, ma è necessario costruire una partnership strategica tra UE, Cina e altri paesi di nuova industrializzazione. Insieme possiamo ridisegnare una nuova geografia nella politica climatica globale” ha annunciato Clini a seguito dell’incontro con il ministro Xie Zhenhua, vicepresidente della Commissione nazionale per la Riforma e lo Sviluppo (NDRC) e leader della delegazione cinese.
La collaborazione Italia-Cina negli anni ha dato vita a numerosi progetti di successo, ed esce rafforzata dalla COP17 grazie all’adesione ad un programma di sostegno per la lotta i cambiamenti climatici che, come annunciato, veicolerà lo scambio di know how finalizzato alla nascita e alla diffusione di nuove green tech. “Abbiamo bisogno di una strategia a lungo termine – annuncia Clini pronunciato di fronte all’Assemblea plenaria – per l’innovazione tecnologica, in modo che la riduzione delle emissioni non si fermi solamente sulle tecnologie già disponibili ma anche sulla promozione delle nuove tecnologie per un’economia senza carbonio”.
L’Italia a Durban
Proprio ieri durante la riunione svoltasi a Durban il ministro dell‘Ambiente ha dichiarato che “il punto di vista del nostro Paese sul futuro del Protocollo di Kyoto è chiaro: pronti a sottoscrivere un secondo periodo, ma per essere utile deve rappresentare una transizione verso un quadro che ci permetta una cooperazione più forte e più vasta per ridurre le emissioni e per accelerare il passaggio verso un’economia verde in tutto il mondo. Oltre a difendere l’ambiente, la battaglia sul clima per essere vincente deve promuovere lo sviluppo sostenisible e combattere la poverta’” offrendo alle economie, di qualsiasi livello, le medesime opportunità.
A conferma dell’interesse italiano per il Kyoto bis numerosi investimenti e impegni siglati con i piccoli Stati delle Isole del Pacifico e con le agenzie delle Nazioni Unite per l’innovazione tecnologica pulita in Cina, Brasile, Messico, Marocco, Tunisia e altri Paesi.
In occasione della conferenza Clini ha anche potuto diffondere i positivi dati che vedono l’Italia perfettamente in linea per il raggiungimento degli obiettivi climatici del protocollo di Kyoto che indicano la riduzione del 6,5% degli inquinanti entro il 2020 rispetto ai livelli registrati nel 1990, annunciando che attualmente la penisola può vantare un target di riduzione del 6,8% obiettivo probabilmente raggiunto anche con la complicità, nostro malgrado, della crisi economica che ha ridotto le necessità produttive del comparto industriale limitando quindi il rilascio di inquinanti.
La conclusione della plenaria
“L’Europa andrà avanti nella seconda fase del Protocollo di Kyoto anche senza il Canada o il Giappone. L’importante è stabilire un nuovo livello di cooperazione con Cina, India, Brasile e Messico”, ha dichiarato Corrado Clini, il ministro italiano all’Ambiente, durante una conferenza organizzata dalla Cina al vertice climatico di Durban. “C’è bisogno di una nuova geografia dei volenterosi. Poi toccherà al Canada, e agli Stati Uniti, decidere se restare attaccati al passato o guardare attivamente al futuro”.