Incagliati da anni, i negoziati sull'agricoltura possono finalmente veleggiare verso l'implementazione di soluzioni. Una buona notizia dalla COP 23

La COP 23 riesce a unire pensiero e azione nel settore primario
(Rinnovabili.it) – Se c’è una buona notizia in questa COP 23 che volge al termine, è lo sblocco di un lungo stallo sui temi dell’agricoltura. Secondo quanto riportato da Reuters, infatti, questa settimana i negoziati sul clima hanno fatto un passo avanti che dovrebbe aprire la strada a politiche più sagge e meglio finanziate per aiutare gli agricoltori alle prese con i cambiamenti climatici.
Le discussioni erano state impastoiate da anni per diverse ragioni: da un lato i paesi in via di sviluppo erano restii a concordare obblighi di riduzione delle emissioni agricole, dall’altro le nazioni ricche non avevano intenzione di sovvenzionare il settore primario nei luoghi più colpiti dagli eventi meteorologici estremi.
L’agricoltura, la silvicoltura e i cambiamenti nell’uso del suolo (ILUC) producono, a detta della FAO, circa il 21% delle emissioni globali di gas serra, cifra che ne fa il secondo comparto più inquinante dopo quello energetico. Un quarto delle perdite e dei danni causati da disastri climatici come inondazioni e tempeste colpisce il settore primario, tasso che sale all’80% se si tiene conto degli effetti più lenti, come le siccità.
>> Leggi anche: L’agricoltura industriale non è adatta a sfamare il pianeta <<