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Contro il clima che cambia “necessari 130 impianti CCS”

Secondo il Global CCS Institute “Il numero di progetti operativi dovrebbe aumentare a 130 entro il 2020, ma ora come ora è abbastanza improbabile”

(Rinnovabili.it) – Per evitare i pericolosi effetti del riscaldamento globale dovranno essere costruiti entro il 2020 oltre un centinaio di impianti di “carbon captrure and storage”. Questa la raccomandazione che emerge dal rapporto del Global CCS Institute, ente senza scopo di lucro con partecipazioni in tutto il mondo lanciato nel 2009 in Australia.

 

Il documento, dal titolo Global Status of CCS: 2012, sostiene attivamente la cattura e stoccaggio del carbonio come parte del mix tecnologico a basse emissioni da impiegare per affrontare il cambiamento climatico e rivela come, nonostante il carbone pulito sia sostenuto attivamente nei piani delle grande potenze economiche, solo un nuovo impianto di CCS è stato costruito lo scorso anno, portando il numero totale a 75, mentre ben otto progetti sono stati annullati.

 

Il CEO dell’Istituto, Brad Page, ha evidenziato le questioni chiave che devono essere affrontate sul piano internazionale per accelerare la diffusione del CCS ed aiutare così a mantenere l’aumento della temperatura sotto la famosa soglia dei 2° C; prima fra tutte la necessità di accelerare gli investimenti del governo e dell’industria in progetti dimostrativi per sviluppare la tecnologia e una riduzione dei costi e quindi la capacità di condividere il know-how in particolare con paesi non OCSE, dove ci si aspetta avvenga il 70 per cento della diffusione delle tecnologie CCS entro il 2050. “Il numero di progetti operativi dovrebbe aumentare a 130 entro il 2020, ma ora come ora è abbastanza improbabile; le nostre proiezioni mostrano che solo 51 dei 59 progetti rimanenti, individuati nel nostro sondaggio annuale, potranno essere operativi per quella data”, ha commentato Page.