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Consumo di energia: le emissioni tornano a crescere anche in Italia

L'Unione europea fra 2014 e 2015 ha visto un aumento dello 0,7% delle emissioni di CO2 prodotte dai consumi energetici

Proposto nuovo metodo per contare le emissioni di CO2

 

(Rinnovabili.it) – Tornano a crescere in Europa le emissioni di CO2 legate al consumo di energia. Lo rivela l’Eurostat, l’ufficio statistiche dell’Unione Europea, che pubblica oggi i suoi dati preliminari per l’anno 2015. Si scopre così che, in barba a qualsiasi pacchetto clima energia mai redatto, le emissioni comunitarie sono tornate a crescere su base annuale di uno 0,7%. Questo dato rende conto dell’anidride carbonica emessa dalla combustione dei carburanti fossili all’interno dei confini dell’UE-28.

 

La percentuale appare piccola ma se si analizzano le performance Stato membro per Stato membro, la forbice tra il 2014 e il 2015 divide i ventotto in “buoni” e “cattivi”. Tra quest’ultimi fa capolino anche l’Italia che dal 2014 al 2015 ha aumentato le sue emissioni di CO2 del 3,5%, guadagnandosi una quota di questo gas serra pari al 10,6% del totale europeo (siamo terzi dopo Germania e Gran Bretagna).

Il dato non è il peggiore rinvenuto da Eurostat. Il report spiega che la maggiore crescita delle emissioni di CO2 per via del consumo di combustibili fossili l’hanno segnata Slovacchia (+9,5%), Portogallo (+8,6%) e Ungheria (+6,7%), seguiti da Belgio (+4,7%) e Bulgaria (+4,6%). Solo otto Stati invece hanno diminuito la loro anidride carbonica, in particolare Malta (-26,9%), Estonia (-16%), Danimarca (-9,9%), Finlandia (-7,4%) e Grecia (-5%).

 

“I valori – scrive Eurostat nella nota stampa – sono influenzati da fattori quali le condizioni climatiche, la crescita economica, le dimensioni della popolazione, dei trasporti e delle attività industriali” […] Va inoltre notato che le importazioni e le esportazioni dei prodotti energetici hanno un impatto sulle emissioni di CO2 solo nel paese in cui vengono bruciati i combustibili fossili: per esempio, se il carbone è importato questo porta ad un aumento delle emissioni nel paese finale, mentre se è l’elettricità ad essere importata, non ha effetto diretto sulle emissioni del Paese.”

Secondo i dati preliminari, la Germania è rimasta stabile, con una quota del 23% del totale delle emissioni CO2 Ue, e la Gran Bretagna, che è scesa del 2,9% (con una quota del 12,5%). La Francia invece è salita dell’1,7% (con una quota del 9,9%) e la Polonia dell’1,6% (con una quota del 9,2%).