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Legambiente focalizza l’attenzione sul consumo di suolo

consumo di suolo(Rinnovabili.it) – “Chiediamo al Parlamento di approvare al più presto una legge che fermi il consumo di suolo e punti sulla riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio esistente”. Questo l’incipit della lettera scritta da Legambiente al Parlamento e al Presidente del Consiglio Enrico Letta affinché si faccia di più per la tutela del paese. Oltre alla tutela l’Italia però ha anche bisogno che venga riconosciuto l’impegno di chi per il territorio sta facendo tanto, ogni giorno, intervenendo con esempi di riqualificazione edilizia, energetica e antisismica.

 

“Le nostre idee e proposte – spiega Edoardo Zanchini, vice-presidente di Legambiente – vogliono tenere insieme gli obiettivi di tutela e di riqualificazione del territorio ed incrociare alcune questioni come la grave crisi che sta vivendo  il settore delle costruzioni. E’ indispensabile lanciare un segnale chiaro al mondo dell’edilizia attraverso una Legge che sposti l’attenzione sulla rigenerazione urbana”.

 

Al fine di rilanciare anche il settore delle costruzioni e offrire nuovi posti di lavoro Legambiente ha redatto e inviato il documento Fermare il consumo di suolo, rigenerare le città” nel quale vengono proposte anche l’integrazione e modifiche normative per rafforzare l’efficacia dei controlli e spostare l’attenzione sulla rigenerazione urbana. A queste necessità ne vengono affiancare altre che prevedono il monitoraggio del consumo e dell’occupazione del suolo anche agricolo di riuso del patrimonio non utilizzato e degradato.

 

“Il suolo è un bene comune e una risorsa limitata e non rinnovabile – ha commentato Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente – Una legge che voglia fermare il consumo di suolo deve agire sulle cause che lo determinano, che sono legate alla formazione della rendita immobiliare. Se vogliamo fermare il consumo di suolo, è obbligatorio favorire la rigenerazione urbana: occorre sviluppare un nuovo equilibrio tra fiscalità e incentivi che renda attraente, efficace e più semplice l’investimento nella città, impedendo che i capitali in fuga dalla città producono anonime urbanizzazioni e piastre commerciali ai danni di campagne, coste e spazi aperti”.

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