L’Italia attende da 5 anni la legge sul contenimento del consumo di suolo
(Rinnovabili.it) – Il consumo di suolo in Italia non conosce crisi. Nonostante il rallentamento dell’economia nazionale, tra nuove infrastrutture, edifici e cantieri, perdiamo circa 2 metri quadrati di superficie naturale ogni secondo che passa. Una trasformazione costante che conosce ben pochi confini, al punto da non poter ritenere al sicuro neppure le aree protette e le zone a rischio idrogeologico. A lanciare l’allarme è l’ultimo rapporto ISPRA-SNPA sul “Consumo di Suolo in Italia 2018” presentato stamane alla Camera dei Deputati.
Il documento, puntuale fotografia del mutamento del territorio nazionale, mostra come nell’ultimo anno le nuove coperture artificiali abbiano investito altri 52 chilometri quadrati di suolo rispetto al 2016. In altre parole, spiega l’Ispra, è come se avessimo costruito un’intera piazza Navona ogni due ore. In termini assoluti, abbiamo intaccato oramai 23.063 chilometri quadrati di superficie naturale.
Il problema principale di questo trend sono soprattutto le aree coinvolte nella trasformazione: il 24% è soggetto a vincoli paesaggistici, il 6% è a rischio frana, il 32% è ad alto rischi sismico e l’1,6% è protetto. “La maglia nera delle trasformazioni del suolo 2017 – spiega l’Istituto in una nota stampa – va al Parco nazionale dei Monti Sibillini, con oltre 24 ettari di territorio consumato, seguito da quello del Gran Sasso e Monti della Laga, con altri 24 ettari di territorio impermeabilizzati, in gran parte dovuti a costruzioni e opere successive ai recenti fenomeni sismici del Centro Italia”. Se si cerca le aree tutelate con le maggiori percentuali di suolo consumato, primeggiano i Parchi nazionali del Vesuvio, dell’Arcipelago di La Maddalena e del Circeo.
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“Il consumo del suolo è una malattia che debilita l’Italia e che, dopo aver cancellato buona parte della fascia costiera e reso irriconoscibili le aree interne, si sta ora propagando alle aree più pregiate del Paese”, commenta Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia, ricordando, tuttavia, come oggi una cura a questa malattia esista. Parliamo del disegno di legge “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”, provvedimento che introduce incentivi alla rigenerazione urbana, riuso degli edifici sfitti e delle aree dismesse, la tutela delle are agricole e soprattutto un obiettivo di zero consumo di suolo netto al 2050.
Peccato che, dopo aver trascorso tre anni e tre mesi a Montecitorio per l’approvazione della Camera, il ddl è bloccato dal 2016 al Senato. “Ripartiamo dalla norma precedente – ha affermato il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, nel suo intervento – e andiamo avanti, con modifiche: bilancio ecologico, questione lottizzazioni, concetto di spreco di suolo, maggior attenzione alle zone protette ed inserimento di zone a rischio frane e terremoti”.