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Congo: grandi risorse per uno sviluppo più sostenibile

(Rinnovabili.it) – L’UNEP, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente della Repubblica Democratica del Congo (RDC), ha condotto uno studio di valutazione ambientale post-conflitto del paese. Data per assodato l’importanza delle risorse naturali e minerarie della nazione africana, che possiede circa la metà delle foreste e del patrimonio idrico africano, nonchè trilioni di dollari di riserve minerali, lo studio mette in guardia nei confronti di tendenze ambientali allarmanti. Da preoccupare è la crescita continua della deforestazione, un’ingente perdita delle specie (circa 190 specie classificate in pericolo critico), l’inquinamento da metalli pesanti e il degrado del territorio a causa delle attività estrattive, senza tralasciare un acuta crisi idrica (circa 51 milioni di congolesi non hanno accesso all’acqua potabile). La nazione ha infatti perso, al culmine della crisi, circa 89 ettari di foresta al giorno e specie animali. Per fortuna si tratta di un degrado ambientale reversibile, come sottolineato nella valutazione, al quale è possibile ovviare attraverso la promozione di una buona governance ambientale a favore di una ricostruzione economica sostenibile della RDC. L’UNEP spera che grazie alla valutazione si possa ottenere un maggiore sostegno, da parte della comunità internazionale, per lo sviluppo di una “economia verde” della Repubblica. I temi chiave che necessitano di un supporto sono: la diversificazione energetica del paese, il quale ha un potenziale idroelettrico pari a 100 mila MW; l’introduzione di un moderno approccio del settore minerario per una migliore qualità ambientale e occupazionale; la collaborazione transfrontaliera per la gestione sostenibile della pesca nei laghi della Rift Great Valley; il rafforzamento delle capacità istituzionali per la preparazioni alle catastrofi; la mappatura più dettagliata delle risorse naturali da integrare, in concomitanza con le valutazione ambientale, in tutti i piani di sviluppo.

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