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La Conferenza ONU di Bonn tenta di migliorare l’azione sul clima

Conferenza ONU di Bonn

 

I delegati di quasi 200 Paesi si incontrano alla Conferenza Onu di Bonn sul clima

(Rinnovabili.it) – Si è aperta lunedì 30 aprile in Germania la Conferenza Onu di Bonn sul cambiamento climatico, uno degli appuntamenti tecnici più importanti in vista della prossima COP 24 di Katowice, in Polonia. Nell’ex capitale tedesca si sono riuniti i delegati di oltre 100 Paesi con l’obiettivo di portare avanti il dialogo sul clima, sia in termine di ambizione che di impegni concreti. Il vertice, che durerà sino al 10 maggio, ha un arduo compito: dovrà redigere il manuale operativo dell’Accordo di Parigi. Arduo perché sin dall’inizio il piano d’azione globale per limitare il riscaldamento globale “ben al di sotto dei 2ºC” del Paris Agreement, è stato volutamente vago. Per trasformarlo in qualcosa di concreto è necessario uno sforzo globale condiviso ma allo stato attuale il documento, contenente gli orientamenti di attuazione, è ben lontano dall’essere pronto. Per ora, è solo una raccolta delle diverse posizioni nazionali e i delegati devono riuscire a trasformarlo in una bozza di massima che funga da base per i colloqui climatici della prossima Conferenza delle Parti sul climate change.

 

“Per raggiungere il successo alla COP24, è essenziale che le nazioni inizino a lavorare alla stesura di un testo negoziale – ha spigato in apertura del vertice tedesco Patricia Espinosa, segretaria esecutiva dell’UNFCCC. “Ciò fornirà una solida base per il lavoro nella seconda metà del 2018 e li aiuterà a ottenere un risultato forte”. Il manuale operativo è essenziale anche per poter valutare i progressi compiuti dai Paesi: l’appuntamento di Ketowice, a dicembre di quest’anno, offrirà, infatti, la prima occasione per una revisione generale dei cosiddetti contributi determinati a livello nazionale (NDC), i piani climatici che contegono gli impegni dei singoli Stati. Si tratta di un elemento cruciale in quanto l’attuale implementazione degli NDC è completamente fuori target rispetto all’Accordo di Parigi.

 

Ecco perché sul tavolo della conferenza ONU di Bonn c’è anche un altro elemento fondamentale: il dialogo facilitativo, ribattezzato Dialogo di Talanoa.

Talanoa è una parola appartenente alla tradizione delle isole Figi e del Pacifico utilizzata per indicare un processo di dialogo inclusivo, partecipativo e trasparente. Lo scopo di questo strumento – lanciato lo scorso anno dalla COP23 – è “condividere storie, costruire empatia e prendere decisioni sagge per il bene collettivo”. In altre parole darà forma a un colloquio consultivo sulla valutazione degli NDC e dei mezzi dati agli Stati per rafforzare le loro politiche climatiche prima del 2020.

 

Il 2017 è stato testimone di molti disastri ed eventi meteorologici estremi che hanno causato sofferenza a milioni di persone in tutto il mondo. Le conseguenze degli impatti dei cambiamenti climatici sono già avvertite, in particolare dalle comunità più vulnerabili“, ha aggiunto Espinosa. “Il dialogo talanoico rappresenta un’opportunità chiave per tutte le parti interessate di riunirsi e condividere storie su come intensificare significativamente l’azione per il clima per prevenire sofferenze umane ancora maggiori in futuro”.

Uno degli elementi più critici negli attuali negoziati rimane tuttavia la questione dei finanziamenti climatici. Le nazioni ricche hanno promesso di mobilitare 100 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti per il clima, da fonti sia pubbliche che private, entro il 2020 per aiutare le economie povere e in via di sviluppo a combattere il riscaldamento globale. Ma, ad oggi, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico stima che il budget non superi i 62 miliardi.

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