(Rinnovabili.it) – Ben 300 comuni “gabage free” e oltre 1300 realtà cittadine con una quota di raccolta differenziata superiore al 65% (l’obiettivo di legge) che rappresentano più di un decimo della popolazione italiana. Sono questi i numeri di Comuni Ricicloni 2014, il rapporto annuale di Legambiente che fotografa l’Italia del riciclo e della buona gestione dei rifiuti. L’ultima edizione ci regala una mappa più omogenea rispetto agli anni passati: per la prima volta, infatti, i “primi della classe” sono almeno uno per ogni Regione, con l’unica eccezione della Valle d’Aosta, che non possiede neppure un comune virtuoso.
La prima novità della classifica di quest’anno come spiega Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente e coordinatore della giuria, è “il lento spostamento al centro sud della distribuzione geografica dei ricicloni”. Le realtà più virtuose sono ancora da contabilizzare al Nord Est, con Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige in cima alla graduatoria per la più alta concentrazione di Comuni Ricicloni. Nonostante ciò il centro sud ha registrato una discreta crescita passando dal 15 al 20 per cento del totale; il merito è soprattutto della crescita dei comuni marchigiani, “che hanno applicato un sistema moderno di raccolta (porta a porta) e che usufruiscono degli sconti per lo smaltimento in discarica in base alle performance di differenziata”, aggiunge Poggio.
Altra novità del rapporto Comuni Ricicloni 2014 è la crescita del Comune di Milano che nel 2013 ha sfiorato il 50 per cento di differenziata. “Con oltre un milione di abitanti serviti dal porta a porta, Milano è così la prima in Italia e la seconda in Europa dopo Vienna. – continua Poggio – Insomma, in una Italia bloccata, da riformare nella gestione dei rifiuti, anche questi comuni virtuosi crescono ed evidenziano chiaramente una virtuosa direzione di marcia per tutti gli altri, grandi e piccoli, comuni d’Italia”.
E se è vero che in 1328 comuni la differenziata ha ormai superato l’obiettivo di legge c’è anche chi ha fatto di meglio riuscendo ad evitare alla discarica il 90 per cento circa della quantità di rifiuti da smaltire. Sono circa 310 i comuni che nel corso del 2013 hanno prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato, mentre la produzione media pro capite nazionale si aggira sui 550 chili annui. Nella maggior parte di casi fanno parte di un consorzio e praticamente tutti applicano un sistema di tariffazione puntuale sui rifiuti prodotti. E non si tratta di piccoli comuni: il toscano Empoli con i suoi 48 mila abitanti è seguito dai trevisani Castelfranco, Montebelluna, Vittorio Veneto, tutti attorno ai 30 mila abitanti.
“I 300 comuni ‘Rifiuti free’, dove cioè la popolazione riduce e ricicla più del 90% dei rifiuti che si producono mediamente per ogni italiano, dimostrano chiaramente che è possibile trasformare una vergogna in una eccellenza nazionale, anche nel ciclo dei prodotti e dei rifiuti – dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente -. Un bel messaggio per il semestre italiano di guida europea. Ma dobbiamo decidere di intraprendere la strada anche di questa riforma nazionale e lasciare quella dell’ennesimo ‘condono’: chiediamo al Parlamento di abbandonare la strada che posticipa gli obiettivi di raccolta differenziata presente nel disegno di legge del collegato alla legge di stabilità e al Ministero dell’Ambiente di approvare il decreto della tariffazione puntuale”.
LEGGI LA VERSIONE INTEGRALE DEL RAPPORTO COMUNI RICICLONI 2014