Sviluppato nel Regno Unito dopo Fukushima, il computer climatico permette di valutare i costi e la fattibilità delle misure di riduzione del riscaldamento globale
(Rinnovabili.it) – Era nato sull’onda della crisi di Fukushima, per mostrare al governo britannico scenari alternativi in caso di uscita dal nucleare. Ma con il vertice sul clima di Parigi alle porte si è trasformato in un computer climatico per fermare il riscaldamento globale. Il Dipartimento Energia e Cambiamenti Climatici del Regno Unito ha lanciato oggi una versione dello strumento su scala globale. Il computer climatico permette a chiunque di agire come ingegnere di un mondo a basso tenore di carbonio, testando milioni di scenari nel tentativo di rimanere sempre sotto il limite di riscaldamento dei 2 °C.
Gli utenti possono regolare una vasta gamma di parametri, tra cui il mix globale di energia, le ambizioni sugli edifici a basso consumo energetico o il trasporto. Una volta che i parametri sono stati inseriti, il calcolatore fornisce una risposta, rivelando se si è rispettato l’obiettivo dei 2 °C e qual è il costo della messa in pratica. Lo strumento contiene anche una serie di spie luminose che mettono in guardia sui rischi di blackout, un uso delle risorse non sostenibile o scenari irrealistici perché troppo ambiziosi.
Il segretario di Stato britannico all’Energia e il climate change, Ed Davey, ha detto che lo strumento prova che «tutti nel mondo possono prosperare, limitando l’aumento della temperatura globale ai 2 °C ed evitando i più gravi effetti del cambiamento climatico». Chissà come si sposano queste dichiarazioni con la sua fiera difesa del fracking sul patrio suolo.
Il governo sostiene che il calcolatore climatico possa dare un messaggio forte alle imprese, evidenziando dove possono fare investimenti sostenibili sia a livello ambientale che finanziario. Ad esempio, produttore di auto potrebbe utilizzarlo per identificare un mercato in crescita per le auto elettriche a guida automatica, mentre il settore dell’energia eolica potrebbe identificare limiti e opportunità in tutto il mondo.
Qualcuno ha già cominciato a testarlo, con alterni risultati: Shell ha puntato tutto sulle tecniche di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), di recente spalleggiate anche dalla Commissione europea. Il motivo? Continuare a produrre combustibili fossili e non riconvertirsi. Ma gli è andata male: con i parametri impostati dalla compagnia petrolifera l’asticella supera la soglia dei 2 °C.
Gruppi ambientalisti hanno invece usato il calcolatore climatico per dimostrare che il mondo può sforzarsi molto più di quanto sta facendo per affrontare i cambiamenti climatici, e senza grosse spese. Il piano di Friends Of the Earth ha dimostrato che si avrebbe un aumento tra gli 0,8 °C e i 2,6 °C eliminando il nucleare e spendendo il 10% del Pil in meno rispetto all’approccio business as usual. Ma ha visto accendersi la spia dell’irrealizzabilità.