Facendo leva sull'influenza degli azionisti, il gruppo Follow This presenterà delle risoluzioni climatiche a Exxon, Chevron, BP, Shell ed Equinor, chiedendo un maggiore impegno sugli obiettivi dell'Accordo di Parigi.
Tra le richieste degli azionisti alle compagnie petrolifere anche la riduzione delle Scope 3 Indirect Emissions.
(Rinnovabili.it) – Follow This, un gruppo di shareholders della Shell il cui obiettivo è rendere la multinazionale olandese un’azienda di energia rinnovabile, sta facendo pressione su cinque grandi compagnie petrolifere statunitensi ed europee per ottenere un più forte impegno rispetto alla riduzione delle emissioni di CO2 e al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi.
Usando l’influenza degli azionisti, il gruppo si rivolge ai giganti statunitensi ExxonMobil e Chevron, così come ai loro competitor europei Shell, BP ed Equinor, presentando delle risoluzioni climatiche in vista delle assemblee generali annuali previste per la prima metà del 2020. Raggruppando proprietari di quote in ognuna delle cinque compagnie petrolifere, Follow this presenterà quindi alle multinazionali delle richieste ufficiali. Tuttavia, le istanze degli azionisti manifestano delle differenze: le rivendicazioni ad Exxon e Chevron sembrano essere più vaghe rispetto a quelle presentate alle società europee, sottolineando un divario sull’approccio delle aziende al cambiamento climatico.
>>Leggi anche USA, gli investitori fanno pressione per la decarbonizzazione<<
La versione statunitense, infatti, invita Exxon e Chevron ad “allineare la propria strategia a livelli di emissione compatibili con l’obiettivo dell’Accordo sul clima di Parigi”, che mira a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 2° C. Le società europee, che hanno già concordato vari obiettivi di riduzione delle emissioni, sono invece esortate a fissare e pubblicare chiari obiettivi a lungo termine. Nonostante queste differenze, le risoluzioni sollecitano comunque tutte le aziende a includere nelle loro strategie climatiche la riduzione di tutti i tipi di emissioni, comprese quelle dei prodotti venduti ai clienti, note come Scope 3 Indirect Carbon Emissions, che sono da 6 a 8 volte maggiori delle emissioni direttamente riconducibili alle attività delle società (Scope 1, vale a dire le emissioni dirette, e Scope 2, le emissioni indirette derivanti dalla generazione di elettricità, vapore, riscaldamento e raffreddamento per le attività industriali).
Non è la prima volta che il gruppo Follow This presenta simili istanze. Già nel 2016, e per la prima volta, una risoluzione climatica era stata presentata alla Shell, e l’anno scorso il gruppo ha esteso il suo raggio d’azione ad altre compagnie petrolifere. Le richieste, però, sono sempre state osteggiate nei diversi consigli di amministrazione delle società e non hanno mai ottenuto il sostegno della maggioranza, pur avendo avuto il merito di sollevare la questione climatica nelle riunioni annuali.
>>Leggi anche Exxon Mobil alla sbarra. L’accusa? Ha mentito sulla crisi climatica<<
Dal canto loro, se Shell ha confermato di aver ricevuto la risoluzione di Follow This, attualmente in fase di revisione, BP ha rifiutato di commentare ed Equinor non ha rilasciato nessuna dichiarazione a Reuters. Chevron ha invece confermato che la risoluzione è stata depositata, ma un portavoce della società ha dichiarato che era “troppo presto per commentare direttamente le proposte degli azionisti”. Anche Exxon non ha commentato, ma ha affermato che tutte le proposte degli azionisti passeranno al vaglio del consiglio di amministrazione durante la riunione annuale.