(Rinnovabili.it) – Meno di un terzo delle compagnie petrolifere e del gas riportano le loro emissioni di metano, pure essendo questo un gas serra 86 volte più potente della CO2 nei primi 20 anni.
Tutto ciò, attacca l’Environmental Defense Fund, presenta un rischio per gli stessi investitori, oltre a danneggiare gravemente l’ambiente. Le accuse sono contenute in un rapporto diffuso dal gruppo ambientalista, che ha preso in esame le 65 maggiori compagnie energetiche di questi settori negli Stati Uniti. Solo 18 di esse, riferiscono dall’EDF, rendono pubbliche le stime sulle emissioni di metano, ma sono ancora meno quelle che forniscono dettagli sui loro piani per limitare le perdite.
Per far leva sull’interesse materiale, il rapporto si concentra su un aspetto in particolare: poiché il metano è il componente principale del gas naturale, le fughe rappresentano anche una perdita economica, poiché minore è il prodotto vendibile. Questo alimenta un calo di credibilità e un aumento del rischio finanziario per gli investitori, che non conoscono tutte le informazioni necessarie a puntare il loro denaro con la necessaria consapevolezza.
Senza contare che il sistema di reporting delle emissioni funziona su base volontaria. Anche i dati resi pubblici, dunque, potrebbero essere ampiamente sottostimati.
«La mancanza di regole rigorose e standardizzate ostacola la qualità dei dati», denuncia infatti il rapporto.
La società di ricerche Rhodium Group ha recentemente stimato che il settore avrebbe perso, nel solo 2012, circa un miliardo di metri cubi di gas naturale incombusto, per un valore economico di circa 30 miliardi di dollari.
Nel mese di agosto, l’amministrazione Obama ha proposto nuovi standard per il metano, da applicare agli impianti petroliferi e del gas, in una azione più ampia volta a ridurre del 45%, entro 10 anni, le emissioni rispetto al 2012. Le norme, tuttavia, non si estendono alle infrastrutture esistenti, ma solo a quelle nuove. Il problema è che gli impianti già in funzione rappresenteranno il 90% delle emissioni oil & gas al 2018. Le misure promosse dall’amministrazione, pertanto, avranno un impatto decisamente limitato sul settore nel suo complesso.
La questione è di bruciante attualità, dal momento che a Nord di Los Angeles una fuga di metano prosegue ininterrotta da ottobre, e ha portato alla proclamazione dello stato di emergenza dopo che la popolazione ha iniziato ad ammalarsi. Senza controlli regolari delle infrastrutture, incidenti come quello californiano sono inevitabili, secondo l’Environmental Defense Fund.