L’Europarlamento scaverà nelle decisioni prese in UE sul glifosato
(Rinnovabili.it) – Il Parlamento Europeo ha aperto una commissione di inchiesta sulle procedure utilizzate in UE per approvare i pesticidi. Dopo la nuova autorizzazione al glifosato per 5 anni, proposta dalla Commissione Europea e avallata dagli stati membri, Strasburgo torna a battere un colpo.
La commissione dell’Eurocamera avrà una vita di 9 mesi, e si è data il compito di indagare possibili falle o criticità nel sistema di valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche di cui viene chiesta la commercializzazione nel vecchio continente. I 30 membri del gruppo di lavoro verranno eletti oggi e dovranno valutare il ruolo delle Agenzie europee come EFSA (per la sicurezza alimentare) ed ECHA (per le sostanze chimiche), per capire se hanno risorse adeguate per realizzare la loro missione.
Il punto infatti è che queste agenzie sono da anni molto vicine all’industria, con molti dipendenti che hanno lavorato o lavorano ancora per aziende del settore agrochimico. Raramente un pesticida o una sostanza chimica viene bocciata perché pericolosa per la salute o l’ambiente. Il caso del glifosato ha messo in risalto tutta la porosità di questi organismi, il cui parere è determinante per le decisioni prese da Bruxelles, alle istanze di una sola parte in causa: quella del mondo industriale.
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Cento pagine dell’ultima relazione dell’EFSA che ha dichiarato il glifosato non cancerogeno, ad esempio, vengono da testi scritti direttamente da Monsanto. E non ci vuole tanto a capire che se gli studi riportati nei pareri delle agenzie sono stati realizzati dalle stesse realtà che quelle agenzie devono regolamentare, c’è un problema di conflitto di interessi.
Un conflitto evidente e non più ingnorabile, perché di mezzo c’è la sicurezza alimentare e la salute di 500 milioni di cittadini europei. La relazione finale della commissione d’inchiesta dovrà essere presentata in plenaria a Strasburgo, e lì si vedrà se il lavoro degli eurodeputati si è fermato alla superficie o se ha scavato a fondo nei problemi annosi di un sistema regolatorio opaco e spesso distante dall’interesse pubblico.