(Rinnovabili.it) – La proliferazione delle alghe minaccia diverse realtà territoriali. Di conseguenza le città che si trovano lungo fiumi o comunque nei pressi di corsi d’acqua si sentono minacciate da un fenomeno che mette a repentaglio la vita degli ecosistemi. Quando la fioritura delle alghe è molto abbondante, infatti, le alghe risultano dannose perché danno vita ad un fitoplancton tossico che nuoce agli altri organismi.
Dalla consapevolezza della gravità di questo fenomeno è nata quindi la necessità di sviluppare una nuova tecnologia pulita in grado di distruggere le tossine presenti nell’acqua, prodotte da una eccessiva fioritura di alghe nocive.
Dopo essersi messi all’opera, i ricercatori del Centro di nanotecnologia e bioingegneria integrata (NIBEC), dell’Università di Ulster, Jordanstown campus coordinati dal dottor Tony Byrne, hanno dato vita ad una soluzione salva-ambiente.
“Tecnologia pulita,” come spiega il dott. Byrne, “è un termine usato per descrivere prodotti o servizi basati sulla conoscenza che migliorano il rendimento operativo, la produttività o l’efficienza, riducendo allo stesso tempo i costi, i contributi, il consumo di energia, i rifiuti o l’inquinamento. L’aumento di fioriture di alghe nocive negli estuari e nei sistemi di acqua dolce in tutto il mondo è un grave problema globale a causa del serio pericolo che rappresenta per la fauna, il bestiame e gli esseri umani.”
Di per sé però le fioriture di alghe non sono nocive né all’uomo né agli animali, diventano pericolose nel momento in cui la fioritura è dovuta ad una massiccia presenza di inquinanti nelle acque.
“Le fioriture che contengono cianobatteri, chiamate a volte alghe azzurro-verdi, possono rappresentare un grave pericolo, poiché questi organismi possono produrre e rilasciare diverse cianotossine. Queste tossine comprendono epatotossine, dermatotossine e neurotossine altamente tossiche. Il biossido di titanio è una polvere bianca che si usa in creme solari, vernici, cosmetici e persino alcuni prodotti alimentari (E171). È un pigmento non tossico ma quando viene eccitato dalla luce ultravioletta (UV), diventa un potente catalizzatore in grado di distruggere le sostanze inquinanti nell’acqua.”
Per queste ragioni il processo studiato dal team, la fotocatalisi, si sta concentrando per aumentare l’efficacia del sole sfruttando il finanziamento concesso dal partenariato Usa-Irlanda.
“I problemi globali come la fornitura di energia, l’inquinamento ambientale e l’accesso ad acqua pulita hanno bisogno di soluzioni innovative e la nostra ricerca sta contribuendo a questi progressi tecnologici che creano opportunità di una maggiore crescita economica” ha concluso Byrne.