(Rinnovabili.it) – Il rapporto tra le percentuali di CO2 e l’aumento dei livelli del mare è al centro del nuovo studio effettuato dal National Oceanography Centre. I ricercatori dell’istituto hanno confrontato la ricostruzione dell’andamento delle concentrazioni atmosferiche di diossido di carbonio con i livelli marini degli ultimi 40 milioni di anni scoprendo che quantità di CO2 simili a quelle odierne (circa 400 parti per milione) si sono sistematicamente associate con un livello delle acque 9 metri superiore a quello odierno.
La correlazione fra i due fattori avrebbe oggi raggiunto un punto di stabilità. Lo studio ha determinato “l’equilibrio naturale” esistente tra anidride carbonica e mare in un range di valori per la CO2 compreso tra 180 parti per milione tipico dell’era glaciale e oltre le 1.000 parti per milione. Ci vogliono secoli per raggiungere un tale equilibrio, quindi lo studio non prevede i livelli del mare per il prossimo secolo, ma si limita ad illustrare ciò che ci si potrebbe aspettare dal mare se il clima si è stabilizzasse a una certa percentuale di CO2 per diversi secoli. Di particolare interesse sono i valori compresi fra le 400 e le 450 ppm, che costituiscono l’obiettivo minimo per contenere il riscaldamento globale entro i due gradi centigradi: in base allo studio, allo stato attuale per valori superiori il livello degli oceani rimane più o meno costante (tra i 9 e i 31 metri oltre quello attuale) fino alle 650 ppm, concentrazione da cui in poi si registrerebbe una forte risposta dagli oceani con un innalzamento massimo di 65 metri.