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Combattere la CO2 col succo di frutta

Il settore britannico delle bevande gassate e dei succhi di frutta si impegna a ridurre il packaging e l'uso di fertilizzanti inquinanti in Brasile, da dove provengono le arance utilizzante per la produzione delle bevande alla frutta

Il settore britannico delle bibite combatte l'inquinamento (Rinnovabili.it) – Le bibite gassate e i succhi di frutta si schierano dalla parte dell’ambiente e investono parte del budget nella riduzione delle emissioni di inquinanti e del packaging in eccesso. Una nuova roadmap firmata nel Regno Unito da Coca Cola, PepsiCo e Britvic le impegna all’utilizzo di fertilizzanti a basso impatto per la coltivazione della frutta destinata alla produzione delle bevande a base di frutta e nella riduzione del consumo di materie prime per la produzione del packaging.

 

Un’analisi del Defra ha calcolato l’impronta ambientale del settore delle bevande britannico calcolando l’emissione di circa 4,5 mln di tonnellate equivalenti di CO2, rilasciata anche dal trasporto dei 3 milioni di arance consumate ogni anno per la produzione di bevande alla frutta, la maggior parte delle quali provenienti dal Brasile. Da qui l’idea di esportare le buone pratiche di coltivazione insegnando ai coltivatori brasiliani ad utilizzare fertilizzanti a basso contenuto di carbonio, iniziativa che da sola, come si legge nel rapporto del Defra “Best Foot Forward”, potrebbe portare al calo del 20% delle emissioni.

“Una mossa che oltre a ridurre l’inquinamento potrebbe aiutare l’economia a ripartire”, ha dichiarato il ministro David Heath.