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Cnr: cambiamento climatico spiega l’80% delle migrazioni dal Sahel verso l’Italia

migrazioni sahel cambiamento climatico cnrLo studio prende in considerazione le migrazioni precedenti la primavera araba e la crisi siriana

 

(Rinnovabili.it) – Siccità, innalzamento delle temperature, inaridimento dei campi agricoli e scarsità di raccolto sono cause sufficienti a spiegare la rande maggioranza delle migrazioni provenienti dall’aria del Sahel verso l’Italia: a sostenere il collegamento tra cambiamento climatico e migrazione è uno studio del Cnr pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research Communications.

 

La ricerca condotta dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr ha preso in considerazione il flusso migratorio proveniente dai Paesi del Sahel (Senegal, Gambia, Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Nigeria, Chad, Sudan, Eritrea) nel periodo compreso tra il 1995 e il 2009, quindi precedente la primavera araba e la crisi della Siria: “Nello specifico, abbiamo utilizzato un semplice modello lineare e un altro più sofisticato di intelligenza artificiale, un sistema a rete neurale recentemente sviluppato dal nostro gruppo, in grado di evidenziare cambiamenti non graduali ed effetti del superamento di determinate soglie nelle variabili meteo-climatiche – ha spiegato Antonello Pasini, ricercatore del Cnr-Iia e autore dello studio, svolto in collaborazione con Stefano Amendola, dottorando in fisica dell’Università di Roma Tre – Con il modello a rete neurale siamo stati in grado di spiegare quasi l’80% della variabilità nelle correnti migratorie verso l’Italia, prendendo in considerazione i soli dati meteo-climatici, per causa diretta e per influenza sull’ammontare dei raccolti annuali”.

 

Raccolti sempre più poveri, carestie e inaridimento dei territori sarebbero alcuni dei fattori che amplificano il fenomeno migratorio, ma, secondo Pasini, sarebbero l’innalzamento delle temperature e le ondate di calore a determinare il grosso del flusso proveniente dal Sahel, tanto da far ipotizzare ai ricercatori del Cnr l’esistenza di una sorta di soglia di tolleranza termica per uomini e animali.

 

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Lo studio rappresenta una delle prime ricerche mirate a valutare il ruolo del cambiamento climatico nel determinare i nuovi flussi migratori. Finora, spiegano gli scienziati del Cnr, i mutamenti ambientali sono stati considerati solo come concause di conflitti interni che portano in seconda battuta alle migrazioni forzate.

 

“Oggi sappiamo che i paesi africani sono molto vicini a queste soglie di tolleranza – ha spiegato Antonello Pasini – Ritengo che già ora le evidenze presentate in questo studio vadano seriamente prese in considerazione dal mondo della politica, affinché anche in Africa si adottino strategie doppiamente vincenti, come il recupero di terreni degradati e desertificati, che possano condurre a mitigare il riscaldamento globale e, nel contempo, a creare situazioni che prevengano il triste fenomeno delle migrazioni forzate”.

 

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