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CNR: visione 2.0 per Porti e Autostrade del mare

Autostrade del mare
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L’utilizzo sempre più eco-efficiente delle autostrade del mare, il loro impatto sullo sviluppo sostenibile dei trasporti, delle economie dei paesi costieri e dell’occupazione green, deve muoversi  oggi all’interno di una “visione di sistema”, che si spinga oltre l’analisi dei corridoi marittimi” geopolitici, ma investa la governance dell’ambiente marino nella sua totalità e complessità, partendo dai risultati della ricerca scientifica. Esordisce così Enrico Brugnoli, Direttore del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, anticipando a Rinnovabili.it  che è il mare, risorsa preziosa del Pianeta, il protagonista di due importanti appuntamenti promossi dal CNR in occasione del semestre di Presidenza Italiana in Europa.

A poche ore dalla presentazione del Piano d’azione  “Economia blu sugli approcci innovativi e sostenibili per utilizzare le risorse dei mari a Bruxelles, da parte della Commissaria europea per gli Affari Marittimi, Maria Damanaki,  e dopo il grido di allarme lanciato soltanto nel febbraio scorso a Bruxelles sullo stato di salute delle acque marine ed oceaniche – per effetto  della crescente pressione dei trasporti, della pesca, dell’energia off-shore e del turismo –  Brugnoli spiega le iniziative che il più grande Ente di Ricerca scientifico in  Italia ha dispiegato su questo tema. Saranno Eurocean 2014, la Conferenza internazionale in calendario a Roma dal 7 al 9 ottobre 2014 – alla presenza dei  Ministri dell’Ambiente e della Ricerca Scientifica italiani, Galletti e Giannini, e dei Commissari UE delle DG Ambiente Marittimo e Ricerca –  ed il Convegno sulle “Acque interne e marine,  in calendario il 15 e 16 settembre 2014  – focalizzato sul Mediterraneo e sulla cooperazione nel Mediterraneo e nel sud del Mediterraneo – a chiamare a raccolta,  per azioni e progetti condivisi, tutti gli esperti del Pianeta blu.  

E’ vero – spiega – ciò che si dice, ovvero che  abbiamo più conoscenze sulla superficie di Marte che sugli abissi del mare e che le conoscenze  di cui disponiamo sono fondamentali per prevedere scenari futuri”. Un esempio? “Con l’arretramento dei ghiacciai, le rotte marittime del Nord Europa, un tempo percorribili  durante un periodo molto limitato dell’anno, oggi sono aperte per periodi più prolungati. Paesi come il Giappone privilegiano progressivamente queste rotte, più brevi e più economiche”. Questo testimonia che le variabili in gioco sull’utilizzo delle Autostrade del mare e sul loro sviluppo più o meno fiorente dipendono anche dall’impatto sui mari  del global warming.  E occorre preservare il Mare Nostrum, il Mediterraneo, al centro del Convegno del prossimo settembre, affinché non sia penalizzato, ma al contrario valorizzato.

Piattaforma acqua Alta - Copia

Obiettivo quest’ultimo che si può realizzare “sia attraverso uno sforzo congiunto per utilizzare al meglio i porti italiani, – che, osserva Brugnoli, non sono utilizzati in modo efficiente e vanno potenziati adeguatamente -, sia spingendo, in sede europea, per il rafforzamento della presenza dei paesi mediterranei nei progetti europei,  ad esempio quelli di Horizon 2020, attraverso  il Joint programming, ovvero la comunione di risorse nazionali e sovranazionali su progetti di interesse comune”. Il recente Rapporto ISFORT,“Autostrade del Mare 2.0”, presentato da ConfCommercio e Fedarlinea -, lamenta un ritardo italiano nello sviluppo di queste infrastrutture, che potrebbero valorizzare 7500 chilometri di costa, 290 porti  e 300 traghetti, consentire di spostare dalla gomma al mare  oltre 12 milioni di tonnellate di merci, togliere dalla strada oltre 700 mila camion, eliminare 8 mila km di coda virtuale  di camion  e risparmiare 2 miliardi  di kWh di energia consumata ogni anno (più dell’energia consumata in un anno da tutta la città di Firenze, pari a 1,5 MLD).

La visione strategica dello scienziato sottolinea i benefici  derivanti dalla valorizzazione  delle conoscenze della ricerca, integrate in uno scenario complessivo. Un risultato che il CNR è impegnato a perseguire, sia nella collaborazione con i vari stakeholders, in Italia e all’estero, sia animando la collaborazione in sede europea con le Università e l’ISPRA, per l’applicazione della direttiva comunitaria relativa al Marine Strategie Framework Direction – MSFD, contenente le regole e i parametri per un approccio ecosistemico delle attività umane verso un uso sostenibile delle risorse e dei servizi marini. L’obbiettivo generale della direttiva è quello di ottenere un ‘buon stato ecologico’ (GES) dell’ambiente marino europeo entro il 2020. “E’ chiaro – osserva Brugnoli – che per alcuni paesi il rispetto di questi parametri è un impegno molto forte ed è altrettanto chiaro che questo monitoraggio è molto collegato alla pesca e al turismo”.

porto di civitavecchia

Collegato alla gestione e allo sviluppo ecosostenibile del Porto di Civitavecchia – uno degli snodi principali delle Autostrade del Mare –  e dei porti di Roma e il Lazio è  l’Accordo Quadro fra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Un accordo, spiega Brugnoli, che “prevede una collaborazione di ampio respiro tra il CNR e il network dei porti di Roma e del Lazio per la ricerca scientifica, il trasferimento tecnologico e l’innovazione nell’ambito della sostenibilità ambientale, dell’efficienza energetica, delle energie rinnovabili e delle smart grid, le cosiddette reti intelligenti, che rappresentano una parte significativa dell’accordo”. Un problema che può sembrare banale ma tuttavia è di grande impatto per le navi è quello di disporre di energia nel porto di arrivo, senza provocare impatto ambientale. La sfida di ottenere una quantità di energia ingente dalle fonti rinnovabili, attraverso una stretta collaborazione in tutti i settori – energia eolica, solare, biomasse, ma soprattutto energia dal moto ondoso, tutti ambiti nei quale il CNR vanta risultati di eccellenza – si affiancherà a molteplici attività: dallo studio dell’inquinamento atmosferico, allo sviluppo di modelli previsionali per la qualità dell’aria; dal monitoraggio e miglioramento della qualità del mare – attraverso la ricerca sui biocombustibili – , alle tecnologie marittime  – ad esempio legate a motori più efficienti, o allo studio di nuovi materiali per le costruzioni navali -. Il telerilevamento dell’inquinamento del mare, causato da sversamenti accidentali e non (come il lavaggio delle cisterne) di carburanti e  di altri inquinanti in mare, sarà infine un’altra delle attività di punta previste dall’accordo.

Presidente, Pasqualino MontiUn accordo dalle molte valenze – di natura scientifica, ambientale, economica, logistica, culturale e sociale, formativa e occupazionale -, tutte trasversali alla valorizzazione delle Autostrade del Mare, che potrà generare, secondo il Presidente del CNR, Luigi Nicolais, “vantaggi reciproci per la ricerca e per l’innovazione delle strutture portuali verso una concezione innovativa, sostenibile e ‘smart’”. E che per Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia e numero uno di Assoporti –  consentirà “di valorizzare il patrimonio culturale dei porti coinvolti e innovare le attività che vi si svolgono, confermando la volontà di rendere il network uno dei principali centri dello sviluppo economico nazionale. Obbiettivo che si realizzerà sia attraverso la creazione di un polo dedicato alle scienze e tecnologie del mare, sia grazie ad una attenzione forte alla promozione dei beni architettonici interni e limitrofi ai tre porti del network, nel segno della sostenibilità ambientale dei traffici ospitati al loro interno”.

Cultura ed ambiente “sono i valori alla base della crescita portuale”, che potrà generare occupazione green: nascerà  un “centro di alta formazione” sulle scienze e tecnologie associate ai traffici marittimi ed alla portualità, per le nuove figure professionali che opereranno nei porti “intelligenti” di domani.

Autostrade del mare 2.0: il futuro inizia da qui.

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