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Sulla Cnapi parola alla Sogin: “Dibattito sereno, aperto e trasparente”

Il numero uno della società che ha il compito di localizzare, realizzare e gestire il Deposito Nazionale dove mettere in sicurezza tutti i rifiuti radioattivi fa il punto su obiettivi, tempistiche e dialogo con il territorio

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L’investimento complessivo previsto dalla Cnapi è di 1,5 miliardi di euro. La costruzione impiegherà 2.000 persone per 4 anni

(Rinnovabili.it) – Si torna a parlare di Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per il deposito nucleare. “Ci aspettiamo dal nuovo governo un dibattito sereno, aperto, trasparente, dal punto di vista tecnico, che possa evidenziare i rischi limitati di questa struttura e i benefici per il territorio”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Sogin, Luca Desiata. Si tratta della società pubblica responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi compresi quelli prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare, ma che ha anche il compito di localizzare, realizzare e gestire il Deposito Nazionale in cui saranno messi in sicurezza i rifiuti radioattivi.

La Sogin “attende il nulla osta dalle autorità competenti pubblicare la Cnapi. Una volta pubblicata, partirà un processo trasparente di condivisione con i territori per mostrare i rischi limitati e i vantaggi”. La società deve infatti aspettare il decreto del Ministero dello Sviluppo economico e dell’Ambiente che darà l’ufficiale via libera alla Carta. Secondo Desiata il deposito “è una infrastruttura essenziale per la messa in sicurezza delle scorie, un progetto a bassissimo rischio ambientale. Siamo consapevoli delle difficoltà che troverà presso l’opinione pubblica. Per questo pensiamo che il processo decisionale debba essere il più possibile condiviso con il territorio”. Il numero uno di Sogin fa riferimento alle proteste che hanno interessato alcune Regioni italiane, prime tra tutte Sardegna e Basilicata, che non vogliono in nessun modo ospitare il deposito. Per quanto riguarda le tempistiche è stato rilevato da Desiata che qualora il deposito dovesse mancare la data prevista della messa in funzione, cioè il 2025, “dovremo sopportare costi maggiori per l’ampliamento dei depositi esistenti e lo stoccaggio all’estero”. In ogni caso Desiata ha sottolineato che il Comune che ospiterà il deposito potrà avere vantaggi in termini di occupazione legata alla costruzione e gestione dell’impianto, e per quanto riguarda le compensazioni pubbliche ai territori che ospitano materiali radioattivi: “L’investimento complessivo per il Deposito è di 1,5 miliardi di euro. La costruzione impiegherà 2.000 persone per 4 anni. In esercizio il deposito e il parco tecnologico daranno lavoro a 700 persone per 50-60 anni”.