Carbon footprint e consumi di acqua monitorati per assicurare una filiera vitivinicola davvero green
I primi risultati delineati dimostrano quindi l’efficacia di una filiera che oltre alla qualità dà la massima importanza all’impatto dei processi produttivi.
“Si tratta di un’iniziativa che è stata avviata nel giugno scorso e riguarda il calcolo dell’impronta ambientale del vino italiano, guardando ai consumi d’acqua, di energia, del suolo in modo da riuscire a certificare la cultura ambientale di un prodotto che è una bandiera del made in Italy” ha dichiarato il ministro dell’Ambiente.
Mentre le modalità di carbon footprint esistono già a livello nazionale il calcolo dei consumi di acqua, water footprint, sono una novità nel settore e non esiste ancora una metodologia certificata. E sta in questo principalmente la novità del progetto che punta ad una certificazione di ecosostenibilità per il settore.
Al progetto al momento hanno aderito importanti aziende di settore come Gancia, Mastroberardino, Antinori, Planeta e Tasca d’Almerita con la prospettiva che numerose altre aziende entrino nel circuito.