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Clini firma il Piano operativo per la difesa del mare e delle coste

Grazie al nuovo Piano Operativo i mari e le coste dell'Italia potranno usufruire di un sistema di tutela e di pronto intervento in caso di incidenti e pericolo di inquinamento

(Rinnovabili.it) – Il Ministero dell’Ambiente ha deciso di aggiornare, dopo ben 25 anni, il Piano Operativo contenente le procedure di intervento e di emergenza in caso di inquinamenti e contaminazioni, studiato per difendere le coste e il mare dal petrolio. L’Italia vanta 8000 km di coste, che spesso vengono danneggiate dal petrolio e dagli idrocarburi, e sono sempre sotto la costante minaccia di naufragi di mercantili o di incidenti marittimi che potrebbero causare ingenti danni ambientali. Difendere questi ecosistemi è l’obiettivo del “Piano operativo di pronto intervento per la difesa del mare e delle zone costiere dagli inquinamenti accidentali da idrocarburi e altre sostanze nocive”, approvato con un decreto dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. In questo modo il paese, in caso di disastro ambientale e di incidente, sarà pronto a rispondere a situazioni che nel passato hanno contaminato le acque e reso necessari costosi interventi. Grazie al piano saranno quindi coordinate le attività in caso di incidente marino stabilendo anche le procedure da trasmettere alla flotta antinquinamento del ministero.

 

Oltre a contenere i dettagli relativi ai diversi fattori di rischio, le varie tipologie di emergenza il piano gestisce anche le modalità di recupero e smaltimento delle sostanze inquinanti, che cambiano a seconda dei tratti di mare o di costa.

“Siamo intervenuti per disciplinare e aggiornare, dopo 25 anni dal piano precedente, il coordinamento tra gli enti e le strutture interessate e le misure organizzative da adottare a livello centrale e periferico – osserva il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini – per consentire una direzione efficace delle operazioni di disinquinamento; per fissare le misure procedurali di supporto economico e finanziario da mettere in atto per sostenere gli interventi; per definire le direttive per l’attuazione degli accordi internazionali da mettere in atto con le autorità dei Paesi confinanti o cointeressati dall’inquinamento in corso; per definire il modo di impiego dei 40 mezzi antinquinamento della flotta del ministero dell’Ambiente”.