Cambiamenti meteorologici frequenti hanno modificato la maturazione delle uve. la Francia perde il 205 del raccolto e studia nuove tecniche salva-produzione
E tutto sembra essere attribuibile al cambiamento climatico, che ha modificato gli equilibri meteorologici, le caratteristiche del suolo e altri elementi essenziali a garantire una produzione vinicola ottimale. A confermarlo anche il Ministero francese dell’Agricoltura che ha comunicato come l’ultima vendemmia sia stata la meno abbondante da 40 anni a questa parte con una diminuzione del raccolto del 20% a causa del meteo irregolare.
Qualora non si facesse abbastanza per ridurre gli effetti del cambiamento climatico, le coltivazioni dovrebbero essere spostate di almeno 1000 km per garantire un prodotto degno della sua fama mondiale.
Ma non è solo la Francia a patire l’innalzamento della temperatura globale. La produzione vitivinicola sta soffrendo a livello mondiale. A confermare la nefasta teoria il Gregory Jones, climatologo di ricerca alla Southern Oregon University negli Stati Uniti. “L’Europa storicamente basa la propria identità regionale anche sulla varietà di vini e su stili particolari” ha confermato lo studioso ricordando che dalla resistenza delle colture dipende il futuro del settore, comparto che per difendersi ha a disposizione diverse tecniche che vanno dal piantare le viti a profondità ridotte in modo da limitare il consumo di acqua, all’introduzione dell’irrigazione controllata fino alla scelta della corretta ombreggiatura delle colture. Ma i metodi per migliorare la qualità del vino sono anche industriali e consistono ad esempio nella rimozione dell’alcol in eccesso per ottenere un prodotto più gradevole al palato, tecnica già utilizzata in Australia, Spagna e Sud Africa.