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Clima: l’UE raggiunge in anticipo i target 2020

Clima l’UE raggiunge in anticipo i target 2020

 

(Rinnovabili.it) – Il Pil europeo è cresciuto nel 2014, ma le emissioni di CO2 sono calate quasi del 5%. Anche se in gran parte grazie a un clima più mite. I dati della Commissione europea sembrano dunque dimostrare che i 28 hanno raggiunto l’obiettivo di riduzione del carbonio prefissato per il 2020 con sei anni di anticipo.

L’analisi dei dati a cura di Bloomberg ha mostrato che l’inquinamento dei 12.000 impianti inclusi nell’ETS (il sistema di scambio delle emissioni) è sceso del 4,9% l’anno scorso, raggiungendo la soglia delle 1.816 milioni di tonnellate, corrispondenti all’obiettivo comunitario stabilito per il 2020. Il traguardo anticipato ha però sollevato polemiche da parte degli ambientalisti, che sostengono la necessità di darsi, in Europa, dei target più ambiziosi, così da non limitarsi a svolgere il compitino.

I calcoli devono ancora essere perfezionati, perché molte aziende non hanno ancora presentato i dati 2014, ma gli analisti concordano che l’ETS ha visto un calo record delle emissioni durante lo scorso anno.

 

Clima l’UE raggiunge inanticipo i target 2020-

 

Il settore energetico ha visto un calo significativo, tra il 7 e l’8%, a causa di un clima insolitamente caldo e della crescita delle rinnovabili. Non per nulla il 2014 è stato l’anno più caldo in Europa dal 1500. I dati hanno inoltre rivelato che le emissioni del settore industriale sono diminuite dello 0.4%, nonostante un aumento di produzione dello 0.8%.

L’Unione europea sta attualmente discutendo una riforma del mercato del carbonio: il piano, controverso e dibattuto, dovrebbe avere lo scopo di scongiurare i rischi di un crollo del prezzo del carbonio entro la fine del decennio, eliminando centinaia di milioni di quote dall’ETS. La Commissione europea ha proposto di avviare una Market Stability Reserve (MSV) nel 2021, ma molti deputati hanno protestato, chiedendo almeno una riforma entro la fine del 2018. Un certo numero di Stati membri, tra cui il Regno Unito e la Germania, ha chiesto di introdurre la Market Stability Reserve già nel 2017, sostenendo che la mancata applicazione tempestiva delle riforme potrebbe ostacolare gli investimenti verdi.

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