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Clima, siamo vicini al punto di non ritorno

Clima siamo vicini al punto di non ritorno_

(Rinnovabili.it) – Anche se non si è ancora raggiunto il punto di non ritorno, quando nessun taglio delle emissioni ci salverà da potenziali catastrofi, l’attuale situazione del clima vi si avvicina pericolosamente. Dall’inizio della rivoluzione industriale, ormai più di un secolo fa, la temperatura media globale è salita di 1°C. La maggior parte dei climatologi concorda sul fatto che basterà un aumento di 0.2 °C per arrivare ad una concentrazione di CO2 in atmosfera di 450 parti per milione (ppm). Questa è la soglia critica che potrebbe mettere in moto cambiamenti irreversibili del clima globale, con un significativo aumento delle calamità naturali.

Attualmente la concentrazione atmosferica di CO2 è di circa 398,55 ppm. Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia americana con il compito di monitorare la salute dell’atmosfera e degli oceani, il tasso medio di incremento annuo è di 1,92 ppm. Ciò significa che potremmo raggiungere il punto di non ritorno nel 2042. Fra meno di trent’anni.

Clima siamo vicini al punto di non ritorno-

Le ricette per salvare il clima

Greenpeace dichiara che il mondo deve tagliare significativamente le emissioni intorno al 2020, con piani di riduzione del 5% annuo, se intende scampare il pericolo più grave. In una recente conferenza alla Georgetown University, il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim ha riferito che siamo in grado di ridurre le emissioni di una quantità sufficiente ad evitare una catastrofe, ma dipende tutto dalle politiche che le maggiori economie del mondo adotteranno, insieme a un programma serio di tariffazione del carbonio.

Ma il prezzo del carbonio non può essere l’unico strumento a fungere da leva per un accordo globale sul clima nell’ambito della COP21 di Parigi. L’abbandono della deforestazione, il cambio di sistema alimentare, le misure per l’adattamento e la mitigazione e l’aiuto ai Paesi poveri sono questioni centrali nel processo, e non possono essere eluse. La fiducia nella capacità autoregolativa del mercato potrebbe non bastare. Servono sforzi di mitigazione supplementari – che passano per una trasformazione sociale ancor prima che economica – per evitare gli impatti irreversibili del cambiamento climatico.

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