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Clima: ecco le proposte dei ministri dell’Ambiente europei

Vogliono un accordo sul clima vincolante, con revisioni ogni 5 anni, che includa il traffico aereo. Ma sui finanziamenti ai Paesi poveri dimenticano le cifre

Clima ecco le proposte dei ministri dell’Ambiente europei

 

(Rinnovabili.it) – I ministri dell’Unione Europea stanno affinando la posizione da sostenere ai colloqui sul clima della COP 21. Secondo una bozza vista dalla Reuters, che verrà resa pubblica a settembre, i titolari dei dicasteri con delega all’ambiente cercheranno un accordo giuridicamente vincolante per frenare il riscaldamento globale. Inoltre, vogliono proporre revisioni quinquennali dei progressi fatti.

Il meeting dei ministri dell’Ambiente europei è in calendario per il 18 settembre a Bruxelles: da esso dovrebbe uscire la posizione comune. L’accordo sul clima di Parigi deve essere «giuridicamente vincolante, al fine di sancire la più forte espressione di volontà politica e assicurarne la prevedibilità e la durata», spiega la bozza. Le revisioni ogni 5 anni serviranno monitorare che tutto vada secondo le attese, ovvero che le emissioni globali non prendano mai una piega che renda difficile rispettare il target dei 2 °C.

 

Inoltre, si promettono maggiori risorse per gli aiuti nel contrasto al cambiamento climatico. Tuttavia, i dettagli su questo aumento di finanziamenti vengono lasciati da parte. Se ne parlerà nel mese di ottobre. Eppure le nazioni in via di sviluppo chiedono chiarezza su questo punto nodale, poiché senza un piano di aiuti scritto nero su bianco, potrebbero non firmare alcun patto.

 

Il difficile dialogo con la Cina

Lunedì i delegati di Unione Europea e Cina si incontreranno a Bruxelles, momento in cui si attende che il Dragone lanci segnali di convergenza per affrontare il cambiamento climatico come una delle «più grandi minacce per l’umanità». Il supporto cinese alla COP 21 è considerato cruciale per evitare il ripetersi del vertice di Copenaghen delle Nazioni Unite, fallito nel 2009.

 

Pechino sta puntando sullo sviluppo, anche grazie alla consulenza dell’UE, di un sistema di scambio delle emissioni esteso a livello nazionale. Ad oggi ne ha diversi, che funzionano a livello regionale. L’intenzione è di unirli in uno standard comune entro il 2016. Dopo una iniziale ritrosia, inoltre, uno dei progetti cinesi include le emissioni del settore aereo, tema sul quale l’Unione Europea sta incrociando le dita. Bruxelles infatti propone da tempo di inserire nel taglio della CO2 anche le rotte aeree internazionali, ma ha trovato resistenze da parte di Pechino, che non sono ancora superate.