(Rinnovabili.it) – Con i negoziati sul clima di Parigi alle porte, i 195 paesi che partecipano al summit delle Nazioni Unite sono stati invitati dall’ONU a presentare i piani d’azione nazionali di contrasto al cambiamento climatico. Finora meno di 40 paesi hanno ufficialmente presentato i loro impegni (INDCs) all’UNFCCC. Ma tra quelli che l’hanno fatto si contano alcune tra le più grandi economie del mondo, come UE e USA. Per fare il punto, Rinnovabili.it ha raccolto alcuni degli impegni più significativi.
Canada ha proposto di ridurre le sue emissioni del 30% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030. Questo obiettivo richiederà Canada di avviare la decarbonizzazione ad un tasso del 3,9% l’anno, simile a quello della Francia quando, negli anni ’80, è passata al nucleare.
Cina si è impegnata per raggiungere il picco di CO2 prima del 2030, e ha detto che ridurrà le emissioni per unità di PIL del 60-65% entro il 2030 rispetto ai livelli 2005. Entro la stessa data, si è data l’obiettivo di aumentare le fonti non fossili nel consumo di energia primaria a circa il 20 per cento. Il governo ha dichiarato che raggiungere il target richiederà investimenti in infrastrutture low carbon per 6 mila miliardi di dollari in 15 anni.
Etiopia ha promesso una riduzione del 64% entro il 2030, rispetto a uno scenario business as usual. Data la crescita economica prevista del Paese, ciò equivale a un taglio del 3% rispetto al 2010.
Gabon ha detto che ridurrà la CO2 del 50% entro il 2025 rispetto ad uno scenario business as usual.
Islanda dichiara che aiuterà l’UE a raggiungere il suo obiettivo di ridurre i gas a effetto serra di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.
Giappone ridurrà le emissioni del 26% sui livelli del 2013, al 2030. Il Paese è stato criticato per la scarsa ambizione dei suoi obiettivi. Tuttavia, data una crescita attesa dell’1.4%, significherebbe che il tasso di decarbonizzazione salirebbe dallo 0.5% al 3.1% annuo.
Liechtenstein si è impegnato a garantire una riduzione delle emissioni del 40% sui livelli del 1990 entro il 2030, in linea con l’Unione Europea.
Messico si è impegnato a ridurre la CO2 del 22% rispetto ai a uno scenario al 2030 di business as usual. Rispetto ai livelli 2005, si tratta di una riduzione del 6% circa. Potrebbe aumentare il suo obiettivo al 36% in caso di un accordo globale sul prezzo del carbonio. Anche la riduzione del 22% rappresenterebbe una svolta nelle politiche climatiche e negli investimenti. Infatti, richiederebbe al Paese un tasso di decarbonizzazione del 4,8% annuo, che lo pone tra le economie in via di sviluppo con i piani più ambiziosi.
Marocco Prevede un taglio del 13% rispetto al business as usual, che potrebbe salire al 32% se ricevesse nuove fonti di finanziamento da parte delle nazioni più ricche.
Norvegia Si impegna a ridurre di almeno il 40% la CO2 entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.
Russia Si è impegnata a ridurre le emissioni del 25 -30% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, a seconda di come andranno i negoziati e a seconda dei contributi degli altri Paesi.
Serbia Ha detto che taglierà le emissioni del 9,8% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Questo porterà ad un aumento della CO2 complessiva del 15%.
Corea del Sud Ridurrà le emissioni del 37% rispetto al business as usual, un obiettivo superiore rispetto alla riduzione del 15-30% che aveva inizialmente proposto.
Svizzera Prevede un taglio del 50% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, superando l’impegno dell’UE. Tuttavia, utilizzerà anche i crediti di carbonio previsti da meccanismi internazionali per raggiungere l’obiettivo.
Stati Uniti Hanno dichiarato una riduzione delle emissioni del 26-28% rispetto al 2005 entro il 2025. Più o meno, il taglio richiederà uno sforzo simile a quello dell’UE. Anche gli Stati Uniti dovranno quasi raddoppiare l’attuale tasso di decarbonizzazione per raggiungere l’obiettivo. Sulla base di previsioni di crescita economica previsti, gli Stati Uniti dovranno decarbonizzare a un tasso di circa il 4% l’anno.
Unione europea ha detto che nel 2030 avrà ridotto le emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990. In considerazione della crescita economica prevista nella regione, questo significa che l’UE dovrà raddoppiare il tasso di decarbonizzazione per raggiungere l’obiettivo.