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Clima: il Parlamento europeo dice sì alla ratifica dell’Accordo di Parigi

Clima: il Parlamento europeo dice sì alla ratifica dell’Accordo di Parigi

 

(Rinnovabili.it) – Il procedimento straordinario per ratificare l’Accordo di Parigi a livello senza tener conto dei vari ritardi nazionali, ha incassato un secondo sì. Quello dell’Europarlamento che, dopo la riunione del Consiglio dei ventotto ministri dell’ambiente lo scorso venerdì, si è riunito stamane a Strasburgo e ha approvato la ratifica con 610 voti a favore, 38 contrari e 31 astensioni.

 

Con un ritardo imbarazzante alle spalle e con molti Paesi – Italia compresa – ancori lontani dalla ratifica, l’UE si mette in salvo da possibili figuracce alla prossima COP 22 di Marrakech, in programma dal 7 al 18 novembre. Ma l’entusiasmo per quanto ottenuto in questi giorni travalica l’effettivo impegno. “Il nostro voto garantisce che l’accordo soddisfi la soglia necessaria – spiega un soddisfatto Martin Schulz , presidente del Parlamento europeo.  “L’entrata in vigore dell’accordo di Parigi meno di un anno dopo la sua firma è un risultato enorme, mentre ci sono voluti otto anni per il protocollo di Kyoto. Il voto di oggi significa anche che l’UE resta un leader” nella lotta al cambiamento climatico.

 

Stesso pensiero di quello espresso dalla maggior parte dei leader dei gruppi politici che a margine della votazione hanno sottolineato come il risultato di oggi in Plenaria mostri anche che “cooperare e affrontare le sfide insieme sono l’unica soluzione ai problemi globali”. Resta il fatto che, finora, solo sette Stati membri hanno completato i loro processi di ratifica nazionale, che accompagna quella a livello UE: Ungheria, Francia, Slovacchia, Austria, Malta, Portogallo e Germania che insieme rappresentano circa il 5% delle emissioni globali.

 

Ma perché il contributo dell’UE diventi ufficiale, portando le ratifiche alla soglia necessaria per l’entrata in vigore dell’accordo sul clima, il Consiglio UE deve adottare formalmente la decisione tramite una procedura scritta d’urgenza. In questo modo Unione e i sette Stati membri che hanno svolto i compiti a casa potranno depositare gli strumenti di ratifica presso la sede delle Nazioni Unite a New York venerdì 7 ottobre.

 

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